Un dato allarmante che fa rivoltare i nostri antenati nelle tombe. Secondo uno studio pubblicato la scorsa settimana finanziato da Mediobanca infatti, se gli antichi romani erano maestri nell'arte della costruzione degli acquedotti, lo stesso non si può dire dei moderni ingegneri civili italiani.

Un esempio su tutti: l'acquedotto pugliese, il più lungo d'europa con i suoi 16.000 chilometri. Vanto del Ventennio, serve una delle più importanti regioni italiane del punto di vista agricolo, ma ha così tante perdite che finisce per portare a destinazione meno acqua di quanta ne abbandona lungo il tragitto: circa il 50,3% di tutta quella che trasporta.

I numeri sono allarmanti: nel complesso l'Italia perde 14% più acqua della Francia, il 36% più della Spagna, il 56% più della Gran Bretagna e, addirittura, il 311% in della Germania. L'acquedotto più efficiente in suolo italico è risultato essere quello di Milano, che perde solo il 10,3% d'acqua, mentre nella capitale, nonostante gli acquedotti romani, la perdita è del 35.4 percento.