Nel caso il riscaldamento globale non fosse sufficiente a destare preoccupazioni, un vulcano attivo potrebbe nascondersi sotto lo strato ghiacciato a ovest del continente antartico. Il vulcano, che secondo alcune stime avrebbe eruttato l'ultima volta circa 2300 anni fa, è stato individuato attraverso una speciale tecnica che sfrutta le onde radio per mappare il terreno al di sotto degli strati giacciati. Nella zona esaminata il ghiaccio è particolarmente pulito e quindi trasparente alle onde radio di una certa frequenza. La stessa tecnica è stata utilizzata anche per mettere in evidenza gli accumuli di particolari sostanze intrappolate negli strati di ghiaccio, come il diossido di zolfo, che denunciano la presenza di passate attività vulcaniche.

I membri della British Antartict Survey (BAS) hanno analizzato i dati relativi alla porzione ovest dell'Antartide, raccolti fra il 2004 e il 2005, e hanno scoperto una cosa che finora era sfuggita ai ricercatori: un'area ellittica di diossido di zolfo dissolto, grande quasi come lo stato del New Jersey.

Hugh Corr e David Vaughn, geofisici membri della BAS, hanno pubblicato i risultati dello studio su Nature Geoscience lo scorso 20 gennaio, dimostrando che lo strato di ghiaccio “sporco” è il risultato di un'enorme eruzione vulcanica avvenuta intorno al 325 a. C. La presenza di vulcani nel continente non è una novità, ma questa è la prima volta che si scopre un cono attivo “sotto” il ghiaccio.

Gli scienziati ritengono che il calore residuo del vulcano stia ancora riscaldando gli strati inferiori del ghiaccio a contatto con il suolo, accellerando la sua marcia verso l'oceano. Se il vulcano dovesse eruttare nuovamente, gran parte della crosta ghiacchiata finirebbe direttamente nel mare, andando ad incrementare l'innalzamento del livello del mare in tutto il globo terrestre.