Nuova fase per il progetto che, sfruttando l'energia dei nostri computer, permetterà ai fisici del CERN di simulare il futuro comportamento delle particelle che LHC dovrà indagare.
Oggi nella comunità scientifica si fa un gran parlare dell’approccio Scienza e Società di cui il progetto LHC@home è sicuramente un ottimo esempio. Infatti, il coinvolgimento pubblico nel funzionamento del Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle più grande del mondo che è in costruzione presso Ginevra, in Svizzera, ha subito un forte impulso da questo progetto che consente a tutti gli internauti che lo vorranno di donare un po’ di forza dei loro computer per le esigenze di elaborazione dell’LHC.
I ricercatori sperano che il progetto li aiuti a trovare una buona sintonizzazione affinché LHC faccia luce sui misteri della materia oscura e della massa delle particelle.
Questo sistema è già stato reso operativo sporadicamente dal 2004 per permettere ai patiti di informatica di condividere i tempi di riserva dei loro computer con gli scienziati impegnati in questo sforzo d’avanguardia.
È modellato sul popolare software SETI@home che funziona come uno screensaver e che si aggancia ai momenti di down del computer di milioni di volontari desiderosi di aiutare la scienza a captare trasmissioni radio di potenziale origine aliena.
LHC, in procinto di iniziare le proprie operazione nel maggio 2008, sonderà il comportamento della materia in condizioni di altissima energia. I fisici sperano che dia le risposte a domande fondamentali come il motivo per cui le particelle sono dotate di massa e poi potrebbe far luce su alcuni enigmi astronomici come l’origine della materia oscura.
È di questi giorni la notizia che il progetto è stato rilanciato dopo che i quartieri generali si sono spostati dal CERN di Ginevra all’Università di Londra.
Più in dettaglio, però, gli scienziati hanno utilizzato i nostri computer per simulare con precisione il percorso che un protone fa mentre accelera all’interno dell’anello dell’LHC. Questi dati, poi, sono al momento utilizzati per la corretta installazione dei supermagneti che dovranno controllare il cammino delle particelle.
“I magneti – sostiene Alex Owen, fisico dell’Università Queen Mary di Londra che è a capo del progetto – disporranno di settagli diversi in voltaggio, corrente e temperature. Il tutto per trovare il giusto cammino di tutte queste particelle”.
Questo perché, per ottenere collisioni ad alta energia, le particelle dovranno evitare di sbattere contro le paratie mentre accelerano all’interno dell’anello in direzioni opposte prima di scontrarsi.
Ben 40 mila persone, finora, hanno contribuito a questo progetto e il loro contributo ha già portato alcuni risultati. “L’impatto di questa iniziativa – rivela Lyn Evans, leader del progetto LHC – è stato molto importante perché ci ha fornito alcune rivelazioni su quella che sarà la performance di LHC”.
LHC@home in futuro fornirà dati esaustivi sui movimenti delle particelle all’interno dei rilevatori e permetterà ottime simulazioni delle collisioni. “Questo è veramente il modo migliore per coinvolgere il pubblico – ammette Owen – perché ci danno una mano e perché è una risorsa importante e completamente gratuita”.
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