Gli antidepressivi allungano la vita ai vermi Caenorhabditis elegans, perché simulano la sensazione di privazione tipica di una dieta ipocalorica gradita sia a questi vermi che a molti mammiferi
Sembra che gli antidepressivi non siano di aiuto solo agli umani. I vermi nematodi a cui sono stati somministrati antidepressivi vivono più a lungo, probabilmente perché sono indotti a comportarsi come se ci fosse una scarsità di cibo. È noto che uno stile di vita a basso contenuto calorico allunga la durata della vita dei vermi e di alcuni mammiferi, così è possibile usare questi farmaci per favorire la longevità negli esseri umani.
Michael Petrascheck e i suoi colleghi del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle (Washington, USA), hanno somministrato ai vermi Caenorhabditis elegans 88.000 sostanze per verificare se e quali avessero come effetto il prolungamento della vita. Petrascheck ha notato che uno dei composti più efficaci assomiglia a una classe di antidepressivi che funziona bloccando l’azione del neurotrasmettitore serotonina. Negli esperimenti con questi farmaci, lo scienziato ha scoperto anche questi aumentavano la durata della vita dei vermi. Il migliore, una sostanza nota come mianserina, allunga la vita dei vermi del 31% rispetto a quella dei vermi ai quali non è stata somministrato (“Nature”, DOI: 10.1038/nature05991).
Ulteriori test hanno dimostrato che la mianserina blocca due specifici recettori, SER-4 e SER-3, che hanno il compito, fra l’altro, di mantenere l’equilibrio tra la sensazione di fame e di sazietà. Quando i ricercatori hanno ripetuto il test con vermi tenuti a una dieta a basso contenuto calorico, hanno scoperto che la mianserina non serviva più ad allungare ulteriormente la durata della vita. Questo significa che il farmaco funziona simulando la sensazione di privazione. “L’animale percepisce di essere affamato, e questo è sufficiente ad allungargli la vita,” sostiene Petraschek. Ora sono in corso dei test sui topi.
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