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Neonati che sanno scegliere

Osservando uno spettacolo di burattini, i bambini di soli sei mesi esprimono una netta preferenza per i personaggi che aiutano e collaborano con il protagonista rispetto a quelli che gli si oppongono.

Neonato

Spesso sorprende la capacità innata che caratterizza i bambini di saper distinguere e categorizzare tra buoni e cattivi, tra male e bene.

Secondo quanto affermato in un nuovo studio pubblicato nella rivista Nature, questa bravura nel distinguere se una persona è "buona" o "cattiva" è già presente nei bambini ancora prima che imparino a parlare.

Sembrerebbe infatti che i neonati di solo sei mesi siano in grado, mentre osservano uno spettacolo di burattini, di esprimere la propria preferenza per i personaggi più buoni e collaborativi, rispetto a quelli che causano difficoltà agli altri.

Secondo gli autori di questa scoperta, si tratta di una prova importante del fatto che gli esseri umani siano in grado, fin da piccolissimi, di valutare a livello sociale gli altri esseri umani con cui interagiscono.

"È il primo esperimento realizzato finora che sia stato in grado di dimostrare che i bambini, fin da giovanissima età, siano capaci di sviluppare preferenze verso alcuni individui rispetto ad altri in base alle azioni che questi stessi individui compiono", spiega Karen Wynn della Yale University di New Haven (Connecticut, Stati Uniti), che ha condotto il gruppo di ricerca che ha relizzato lo studio.

Karen Wynn e i suoi colleghi hanno studiato le reazioni dei neonati mentre osservavano una scena in cui un cubo di legno colorato e con due grandi occhi roteanti cercava di arrivare in cima a una collina.

Un po' come in uno spettacolo di burattini, i neonati non potevano vedere le persone nascoste dietro a un piccolo palco, che muovevano i personaggi.

Nella scena, costruita specificamente per realizzare l'esperimento, mentre il cubo di legno colorato cercava poco a poco di arrivare in cima alla salita, comparivano anche altri due caratteri.

Entrambi cubi di legno, uno era collocato in cima alla salita, e cercava di impedire al protagonista di concludere il cammino, mentre uno si trovava in basso, e lo aiutava nel duro compito dandogli delle piccole spinte.

Ciascuno dei cubi di legno era caratterizzato da colori e forme differenti, per permettere ai bambini di identificarli con maggiore facilità.

Alla fine dello spettacolo, il cubo "buono" (l'aiutante) e quello "cattivo" (il nemico) sono stati lasciati su un tavolo, alla portata dei bambini.

Il risultato non ha lasciato dubbi: tutti e dodici i neonati di sei mesi che hanno partecipato all'esperimento hanno afferrato e si sono messi a giocare con il cubo "buono". Lo stesso hanno fatto quattordici dei sedici bambini di dieci mesi che hanno partecipato allo stesso esperimento.

Secondo gli esperti, i bambini sono in grado di capire molto bene quello che stanno osservando, ovvero che il cubo di legno protagonista sta cercando, con fatica, di arrivare in cima alla collina (facendo piccoli passi in quella direzione).

Il problema ancora da risolvere riguarda scoprire come avvenga questa comprensione. "Non sappieamo esattamente quali elementi chiave vengano recepiti e assimilati dai neonati", spiega Karen Wynn.

Per verificare la validità dello studio, i ricercatori hanno realizzato anche un altro esperimento molto simile, in cui il protagonista veniva spinto su e giù per la collina da un aiutante e da un nemico, senza però fare sforzi propri di muoversi verso una direzione specifica.

In questo caso i bambini non hanno espresso nessuna preferenza nella scelta di un carattere rispetto a un altro.

In passato sono stati realizzati molti esperimenti che sono serviti per analizzare le reazioni di bambini molto piccoli a vari tipi di stimoli, ed è stato dimostrato che, ad esempio, i bambini sono in grado di preferire dei volti belli rispetto ad altri brutti.

Secondo Karen Wynn, lo studio è una dimostrazione del fatto che i bambini siano capaci di preferire soggetti collaborativi ad altri che si pongono in opposizione,  e che questa capacità insorge ed è già presente nei primi mesi di vita, ovvero più di un anno prima di quanto finora pensato.

"Il loro ruolo è come quello di un osservatore obiettivo, e non presentano nessun timore nel scegliere un carattere rispetto a un altro, esprimendo in un certo senso un giudizio sociale", conclude Karen Wynn.

Gli esperimenti verrano presto ripetuti, utilizzando questa volta come attori delle persone vere, invece che i cubi colorati di legno.

Secondo Maria Legerstee, esperta in sviluppo infantile della York University di Toronto, in Canada, solo questo nuovo tipo di prove potrà davvero confermare la validità della scoperta, perché "non è detto che i bambini reagiscano e valutino allo stesso modo le azioni di pupazzi e di esseri umani", conclude.

Clicca qui per guardare un video dell'esperimento realizzato con i bambini di sei mesi.

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