Si chiama Anello G, è uno dei più esterni tra quelli che circondano il pianeta, e da molto tempo si cercava di comprendere la sua origine. Si tratta di una luna, esplosa tanto tempo fa.
Si chiama Anello G, ed è uno degli anelli più esterni, e quindi più deboli, del pianeta Sauturno.
Per lungo tempo gli astronomi si sono chiesti quale potesse essere la sua origine, e solo da poco sembrano aver trovato la risposta, grazie alle osservazioni inviate dalla sonda Cassini. La polvere di cui è composto potrebbe provenire dai resti di una delle lune del pianeta, morta molto tempo fa.
Secondo le recenti scoperte, i resti di questa luna per effetto dell'influenza gravitazionale di Saturno stesso e di un'altra delle sue lune, chiamata Mimas, hanno preso l'attuale froma ad anello attorno al pianeta.
Il debole Anello G si trova collocato all'esterno del gruppo principale di anelli di Saturno, ed è stato individuato per la prima volta nel 1979 dalla sonda spaziale Pioneer della NASA.
Il grande mistero non riguardava solo la sua origine, ma anche come potesse continuare a sopravvivere senza che ci fosse nessuna luna nelle vicinanze che potesse "alimentarlo" o che facesse in modo che la polvere che lo compone non si diperdesse per lo spazio.
La luna più vicina all'anello si chiama Mimas, ha un diametro di 400 chilometri e si trova a una distanza di più di 15.000 chilometri.
Le immagine inviate da Cassini sono state fondamentali per svelare il grande mistero. Hanno infatti mostrato che l'anello è composto da una zona, un arco che comprende la fascia più interna, dove sono presenti frammenti molto più grandi che nelle altre zone, larghi anche qualche metro.
Questi frammenti subiscono un costante bombardamento di micrometeoriti: è questo il processo che genera una costante produzione di polvere che va ad alimentare l'anello, come spiega Matthew Hedman, della Cornell University a Ithaca, vicino a New York, negli Stati Uniti.
Simulando di poter unire tutti questi grandi frammenti che compongono l'arco interno in un singolo oggetto, si otterrebbe una luna ghiacciata di 100 centimetri di diametro, che secondo gli astronomi nel passato ha esistito veramente.
"Un tempo là c'era una luna", afferma Jeff Cuzzi del centro di ricerca Ames, della NASA, in California (Stati Uniti), "finché per ragioni che ancora non conosciamo non venne distrutta, lasciando una gran quantità di detriti, che ancora oggi vengono lentamente ridotti in polvere", conclude.
Le immagini inviate dalla sonda Cassini sono servite anche per dimostrare che il movimento e la posizione dei detriti che formano l'anello è influenzato soprattutto dalla luna Mimas, che in passato si considerava essere troppo lontana.
La relazione tra anello e luna si chiama risonanza: i detriti che compongono l'Anello G ruotano attorno al pianeta Saturno sette volte, mentre nello stesso tempo la luna Mimas compie sei orbite.
La grande domanda a cui rimane ancora da rispondere è per quanto tempo ancora l'Anello G continuerà a esistere. Secondo Jeff Cuzzi lo scenario potrebbe cambiare velocemente: il costante bombardamento dei frammenti potrebbe rendere l'anello molto debole già in 100 o 1000 anni.
"Abbiamo sempre l'impressione che lo spazio che ci circonda sia qualcosa di statico, pensiamo a questi pianeti lontani come a qualcosa di immutabile, ma in realtà c'è molto movimento là fuori", conclude Jeff Cuzzi.
Per la prima volta uno studio sul clima ha potuto prevedere con precisione l'andamento delle temperature nei prossimi dieci anni, dimostrando così i rischi più prossimi del riscaldamento globale.
Un ammasso di 26 supergiganti rosse in prossimità del nucleo galattico offre la rara possibilità di studiare stelle vicine alla fase di supernova
L’introduzione di un pesce che si ciba delle larve di zanzare portatrici della malaria potrebbe contribuire a ridurre la diffusione della malattia
La notte di San Lorenzo potrebbe non essere l'unica quest'estate a regalare il classico spettacolo di stelle cadenti. Il primo settembre la Terra attraverserà una striscia di detriti lasciati dalla cometa Kiess circa 2000 anni fa.
Secondo una recente spedizione, i delfini del fiume Yangtze, da anni nella lista rossa dell’UNCN, sono definitivamente estinti a causa del degrado delle condizioni ambientali e dello sfruttamento antropico della zona
Dovendo scegliere tra due hamburger identici, i bambini preferiscono quasi sempre quello avvolto nella carta di qualche famoso fast food. Uno studio dimostra gli effetti del marketing sulla cattiva alimentazione.
Quali sono le caratteristiche di un oggetto che fanno sì che ci piaccia toccarlo più che un altro? Un dito aritificiale è stato inventato appositamente per trovare la risposta.
I potenti muscoli delle mandibole permettono di chiudere la bocca a una velocità superiore i 250 chilometri all’ora.
Un esperimento ha dimostrato che alcuni esemplari femmina di orango hanno imparato a comunicare attraverso i gesti le proprie reazioni e desideri per ottenere del cibo. Un po' come in un gioco di mimo.
Uno scandalo sulla presenza di alcolici nei viaggi spaziali ha portato la NASA a imporre norme sempre più rigide. Ma cosa potrebbe succedere se ci capitasse di bere birra mentre ci troviamo in orbita attorno alla Terra?
Rispetto agli altri primati abbiamo più copie di AQP7. Un gene che potrebbe aver aiutato i nostri antenati a correre via dalla savana africana.
La variazione del gene ADRA2B, presente in percentuali abbastanza ampie della popolazione, potrebbe essere all'origine della nostra capacità di ricordare eventi emotivi.
Secondo lo studio di un team di Harvard le cellule staminali giocano un ruolo significativo nella riparazione dei tessuti del muscolo cardiaco colpito da infarto.
Un gruppo di scienziati americani ha creato per caso un "aerogel" in grado di assorbire i metalli pesanti presenti nelle acque di scarico delle zone industriali.
Il telescopio spaziale Spitzer rivela l'esistenza di un sistema stellare quadruplo al cui interno potrebbe orbitare un pianeta. Si tratta di HD98800 che dista 150 anni luce dalla Terra.