Gli studi di particolari bande scure negli spettri interstellari della luce proveniente da galassie distanti sembrano confermare l’ipotesi che le molecole organiche siano diffuse in tutto l’Universo
In galassie vicine alla nostra sono state trovate delle tracce delle sostanze base per la formazione della vita. Tuttavia non è facile stabilire la natura di queste molecole né tantomeno la loro storia.
Gli astrofisici ritengono che le molecole organiche presenti nella nube di gas e polveri da cui è sorto il nostro Sistema solare abbiano fornito il materiale grezzo per la vita sulla Terra. Queste molecole sono state identificate un po’ dappertutto nella Via Lattea, e questa è una delle ragioni a favore del fatto che le condizioni adatte all’insorgenza della vita possano maturare anche in altre zone della Via Lattea e magari addirittura più lontano.
Si è dunque aperta la caccia per scovare qeuste molecole anche in altre galassie. Osservando galassie simili alla nostra, ma in uno stadio più primitivo di evoluzione, gli astronomi sperano di scoprire da quanto tempo queste molecole siano presenti nell’Universo e in quale abbondanza, e quindi da quanto tempo sussistono le condizioni favorevoli alla vita.
Questa classe di composti organici chiamati idrocarburi policiclici aromatici può essere riconosciuta da come assorbono la luce proveniente da stelle lontane: queste molecole dovrebbero lasciare una complessa traccia di bande scure sullo spettro a bande interstellari diffuse.
Nel 2004 alcuni astronomi scoprirono la firma inequivocabile di queste molecole nella luce di una galassia distante 5,5 miliardi di anni luce, suggerendo così che siano abbondanti anche in quella galassia. Ma nel 2006 questa ipotesi fu messa in dubbio in seguito a uno studio accurato fatto da Brandon Lawton dell’Università statale del Nuovo Messico a Las Cruces (USA) che non riuscì a trovare nessuna testimonianza della presenza di queste molecole in sei diverse galassie.
Ora le osservazioni più recenti sembrano dare ragione all’idea che la molecole organiche si trovino un po’ dovunque nell’Universo. Un gruppo condotto da Sara Ellison dell’Università Victoria in Canada ha osservato delle galassie con il Very Large Telescope del Cile e ha trovato un’altra galassia distante circa 2 miliardi di anni luce con i segni della presenza di molecole organiche nel suo spettro a bande interestellari diffuse. Il gruppo spera di riuscire a scoprire di più sull’abbondanza di queste molecole nella galassia.
Secondo Chris Churchill dell’Università del Nuovo Messico che ha partecipato allo studio del 2006, scoprire queste bande organiche negli spettri di altre galassie potrebbe contribuire a definire l’epoca dell’evoluzione delle galassie in cui le molecole organiche sono diventate sufficientemente abbondanti.
Lo scopo è di stabilire il momento in cui gli ingredienti della vita fecero la loro prima comparsa nel cosmo. “È una questione scientifica particolarmente affascinante,” ha detto Churchill a “New Scientist”. Il suo gruppo spera che si riesca a saperne di più, concentrando l’attenzione sulle galassie con un maggiore contenuto di polveri, che sono anche quelle dove si possono formare molecole organiche in maggiori quantità.
Tuttavia i problemi aperti non sono pochi. Nessuno ha stabilito, per esempio, quali siano le molecole che determinano le caratteristiche bande nello spettro interstellare, così rimangono ancora delle incertezze sulla composizione del materiale. Ma, secondo Michael Jura dell’Università della California a Los Angels e che non appartiene a nessuno dei gruppi di ricerca citati, osservando gli spettri in molte diverse galassie, potrebbe essere possibile determinare la molecola o le molecole esatte. “E questo sarebbe un passo estremamente significativo!” conclude.
La ricerca verrà pubblicata su “Monthly Notice Notice of the Royal Astronomical Society”.
David Shiga
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