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Quando un genoma non basta più

Grazie alla cooperazione di vari gruppi di ricerca è stato pubblicato il sequenziamento del genoma di 12 specie diverse del moscerino della frutta. Possono sembrare troppe, ma sono indispensabili per poter comprendere come funziona l'evoluzione.

Moscerino della frutta

Si chiama comparative genomics e rappresenta la nuova frontiera degli studi sul codice genetico.

Dopo lunghi anni in cui si sono celebrate le pubblicazioni del sequenziamento del DNA di molti esseri viventi, e non ultimo di quello umano, la ricerca ha già iniziato a compiere un passo in avanti.

Studiosi di tutto il mondo si sono ritrovati d'accordo nello sviluppo di una nuova metodologia di analisi. Si tratta del sequenziamento del genoma di vari esemplari differenti appartenenti a una stessa specie animale.

Dalla loro comparazione è risultato possibile individuare come avvengono alcuni passi fondamentali del processo evolutivo, e quindi poco alla volta ricostruire la trama di come gli esseri viventi siano andati cambiando ed evolvendosi nel corso del tempo.

Uno tra i primi e più importanti esempi di questo tipo di studi è stato realizzato da poco sul comune moscerino della frutta, chiamato tecnicamente Drosophila, uno degli organismi maggiormente utilizzati negli studi di biologia e genetica.

Si tratta di uno degli studi più grandi finora pubblicati in questo settore: ha coinvolto ben 200 ricercatori di tutto il mondo, e ha portato al sequenziamento del genoma di dodici esemplari diversi di Drosophila.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista Nature, e i suoi risultati hanno portato a poter ottenere informazioni importanti sullo sviluppo e sui cambiamenti che si sono sviluppati nell'arco di 100 milioni di anni nel codice genetico del moscerino.

L'elemento su cui maggiormente si sono concentrati i ricercatori nella comparazione dei dodici codici genetici riguarda un particolare tipo di geni, chiamati geni funzionali.

I cambiamenti che nel corso del tempo avvengono all'interno di questi geni (ad esempio nella loro posizione o nella loro funzione specifica), uniti ai meccanismi di regolazione genetica, sono alla base dei cambiamenti somatici che si possono notare all'interno di esemplari della stessa specie (basti pensare a quante sfumature può avere il colore della pelle umana) e che spesso sono fondamentali per la nostra adattazione e sopravvivenza.

Due sono stati i risultati più importanti, che presto verranno approfonditi dai ricercatori.

Da un lato è stato possibile evidenziare un alto livello di conservazione tra i dodici differenti genomi sequenziati, in particolare per quanto riguarda la lunghezza del DNA e il numero di geni che lo compongono.

D'altra parte, è emersa chiaramente la presenza in alcune specie di geni "nuovi", per i quali risulta ancora molto difficile comprendere in che modo abbiano potuto fare la loro comparsa. Allo stesso modo si è notato come alcuni geni vadano "morendo", ovvero scomparendo nel corso dell'evoluzione.

La sfida futura sarà quella di trovare una relazione tra i tanti cambiamenti riscontrati tra i vari genomi sequenziati e le differenze che si possono notare anche a occhio nudo tra vari esemplari di Drosophila, in particolare per quanto riguarda la loro morfologia e il loro comportamento.

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