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Rigurgiti di magma a Yellowstone

Lo straordinario innalzamento della caldera di Yellowstone sembra essere provocato da un’intusione di magma proveniente dal mantello terrestre sottostante

Cratere a Yellowstone

Secondo alcuni ricercatori, i resti di un supervulcano a Yellowstone negli Stati Uniti, tra sfuffi e soffi, stanno salendo di 7 centrimetri all’anno, probabilmente a causa della presenza di una massa di roccia fusa delle dimensioni simili all’intera città di Los Angeles che viene spinta dal mantello terrestre verso la camera magmatica sotto all’antico vulcano.

I ricercatori, guidati da Wu-Lung Chang dell’Università dello Utah negli Stati Uniti, precisano che questi sommovimenti non significano necessariamente che sia imminente un’esplosione. Le caldere, quei grandi crateri che rimangono dopo il collasso del vulcano, subiscono innalzamenti e depressioni per periodi lunghi anche decine di anni.

La caldera di Yellowstone si formò durante l’ultima grande eruzione avvenuta 642.000 anni fa, che rialscò tanta cenere da ricoprire un’area corrispondente a metà degli attuali Stati Uniti con uno strato spesso decine di centrimetri. Quando la camera magmatica si svuotò durante l’eruzione, il vulcano collassò, dando origine a un enorme cratere.

Attualmente la caldera di Yellowstone è la principale zona vulcanica dell’America settentrionale, alimentata da giganteschi fiumi di rocce calde e fuse, che si originano almeno 600 chilometri sotto la superficie. Ogni tanto bolle di magma emergono in superficie rifornendo la camera magmatica della caldera. Il calore generato nella camera alimenta i famosi geyser di Yellowstone.

Dalla metà del 2004 fino alla fine del 2006, Chang e i suoi colleghi hanno misurato le deformazioni della superficie della caldera usando stazioni GPS e radar del satellite europeo Envisat.

All’inizio del 2007, un altro gruppo ha effettuato delle misure simili per rivelare le protuberanze del vulcano Mauna Kea alle Hawaii; queste misure hanno permesso di fare delle previsioni sulle prossime eruzioni.

Il gruppo di Chang ha scoperto che nel corso dei 18 mesi in cui sono state effettuate le misurazioni, il fondo della caldera si è innalzato con una velocità massima di 7 centimetri all’anno, circa tre volte superiore alle massime velocità precedentemente registrate dal 1923. “L’innalzamento è tuttora in corso, ma a una velocità un po’ inferiore,” dichiara Robert Smith, un ricercatore del gruppo, anche lui all’Università dello Utah.

Per scoprire le cause del fenomeno, Chang e colleghi hanno sviluppato una simulazione al computer che presenta diversi scenari e hanno confrontato quello che si adattava meglio alle misure.

“Sappiamo che la camera magmatica si sta riempiendo di roccia fusa,” dice Smith. Secondo gli scienziati del gruppo di ricerca, una grande bolla di magma proveniente dal mantello terrestre si è insinuata nel magma già esistente nella camera, che si sta raffreddando e solidificando. Questa grande bolla si trova a 10 chilometri sotto la superficie del Parco nazionale di Yellowstone, ha un’ampiezza di circa 60 chilometri per 20 chilometri ed è probabilmente spessa alcune centinaia di metri.

Anche secondo David Pyle, un vulcanologo dell’Università di Oxford (UK), il magma fresco proviene dal mantello sottostante. “Qualcosa è cambiato all’interno del vulcano e questo cambiamento ha fatto salire la pressione, che a sua volta ha prodotto la bolla,” dice Pyle, che concorda sul fatto che sia probabile che sia avvenuta un’immissione di magma. Tuttavia, continua Pyle, un’alternativa sarebbe che quando il magma già presente nella camera del vulcano si è cristallizzato, abbia prodotto vapore e gas provocando così la fuoriscita della roccia vicina.

Chang e i suoi colleghi non concordano con questa spiegazione, perché richiederebbe la presenza di una quantità di gas superiore a quella che il magma della camera può effettivamente produrre, dato il tasso di cristallizzazione attuale.

Il fenomeno in atto a Yellowstone sembra imponente, ma non è niente in confronto a quanto è accaduto a nord di Napoli all’inizio degli anni Ottanta. Nel corso di soli due anni, tra il 1983 e il 1985, la caldera dei Campi Flegrei si innalzò tra 1,5 e i 2 metri, trascinando il porto di una città all’asciutto sui pendii delle colline sopra il mare.

Le ricerche sui cambiamenti della gravità nella zona hanno determinato che l’innalzamento dei Campi Flegrei fu causato da un movimento di magma, gas e acqua sotto la caldera. Attraverso precise misure della gravità, si è calcolato il cambiamento della massa dell’area, oltre che le modifiche del volume che vengono ottenute da misure radar e GPS.

Secondo Pyle, anche a Yellowstone sarebbe necessario effettuare misure della gravità per cercare di chiarire la causa dell’innalzamento.

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