Un ammasso di 26 supergiganti rosse in prossimità del nucleo galattico offre la rara possibilità di studiare stelle vicine alla fase di supernova
Vicino al nucleo centrale della nostra Galassia è stato scoperto il più grande ammasso di stelle giganti. Rappresenta una possibilità quasi unica di osservare stelle prossime all’esplosione.
Le supergiganti rosse sono tra le stelle più massicce dell’Universo, superate soltanto dalle ipergiganti come Eta Carinae. Il loro diametro è molte centinaia di vlte il diametro del Sole, e ognuna di queste stelle potrebbe contenere al suo interno milioni di stelle come il Sole.
Questi titani stellari sono estremamente rari. Soltanto le stelle molto massicce, almeno dieci volte più pesanti del Sole, si trasformano in supergiganti rosse. E la fase di supergigante dura soltanto 100.000 anni, prima che questa esploda in supernova, un istante in confronto all’intera durata della vita della stella.
Finora nella nostra Galassia sono state identificate soltanto circa 200 supergiganti rosse. Nel 2006 un gruppo guidato da Don Figer del Rochester Institute of Technology di New York ha scoperto un ammasso di migliaia di stelle che comprende 14 supergiganti rosse, l’insieme più grande mai scoperto.
Adesso Ben Davies e il suo gruppo, che comprende anche Figer, tutti del Rochester Institute of Technology, hanno scoperto un ammasso ancora più grande che contiene 26 supergiganti rosse.
Le osservazioni con il telescopio Keck di Mauna Kea alle Hawaii (USA) hanno messo in evidenza che queste stelle presentano lo spettro caratteristico delle supergiganti rosse. L’ammasso è stato chiamato RSGC2 (cioè Red SuperGiant Cluster 2) e in complesso contiene circa 50.000 stelle, uno dei più grandi ammassi di stelle giovani che si conosca nella Galassia. Secondo gli scienziati l’ammasso ha meno di 20 milioni di anni. La massa delle supergiganti dell’ammasso è ancora incerta, tuttavia si sa già che la più brillante è 300.000 volte più luminosa del Sole.
RSGC2 è stato trovato a poche centinaia di anni luce dall’ammasso scoperto nel 2006, chiamato RSGC1, e sembra che i due ammassi siano coetanei.
Secondo Davies, il fatto che siano così vicini non è probabilmente una coincidenza. In quella regione — dove uno dei bracci a spirale della Galassia chiamato Scutum-Crux, si innesta nel nucleo centrale — è stata osservata una forte attività di formazione di stelle. “Questo potrebbe avere una relazione con le condizioni fisiche presenti nella zona dell’innesto, che la rende adatta alla formazione di stelle e di ammassi molto massicci,” sostiene Davies.
I due ammassi di supergiganti rosse forniscono una rara opportunità di studiare le proprietà delle stelle che si avvicinano al momento dell’esplosione. “Questo è uno dei motivi per cui questo ammasso è cosi interessante,” dice Davies. “è quasi una specie di fabbrica di supernove.” Malgrado dal punto di vista astronomico queste stelle siano alle soglie della morte, ci vorranno ancora almeno 50.000 anni prima che esplodano, conclude Davies.
David Shiga
Luciano Maiani e John Iliopoulos hanno ricevuto la medaglia Dirac 2007 per i loro studi sulle interazioni deboli, proprio nell'anniversario della nascita di Paul Dirac.
Per la prima volta uno studio sul clima ha potuto prevedere con precisione l'andamento delle temperature nei prossimi dieci anni, dimostrando così i rischi più prossimi del riscaldamento globale.
L’introduzione di un pesce che si ciba delle larve di zanzare portatrici della malaria potrebbe contribuire a ridurre la diffusione della malattia
La notte di San Lorenzo potrebbe non essere l'unica quest'estate a regalare il classico spettacolo di stelle cadenti. Il primo settembre la Terra attraverserà una striscia di detriti lasciati dalla cometa Kiess circa 2000 anni fa.
Secondo una recente spedizione, i delfini del fiume Yangtze, da anni nella lista rossa dell’UNCN, sono definitivamente estinti a causa del degrado delle condizioni ambientali e dello sfruttamento antropico della zona
Dovendo scegliere tra due hamburger identici, i bambini preferiscono quasi sempre quello avvolto nella carta di qualche famoso fast food. Uno studio dimostra gli effetti del marketing sulla cattiva alimentazione.
Quali sono le caratteristiche di un oggetto che fanno sì che ci piaccia toccarlo più che un altro? Un dito aritificiale è stato inventato appositamente per trovare la risposta.
Si chiama Anello G, è uno dei più esterni tra quelli che circondano il pianeta, e da molto tempo si cercava di comprendere la sua origine. Si tratta di una luna, esplosa tanto tempo fa.
I potenti muscoli delle mandibole permettono di chiudere la bocca a una velocità superiore i 250 chilometri all’ora.
Un esperimento ha dimostrato che alcuni esemplari femmina di orango hanno imparato a comunicare attraverso i gesti le proprie reazioni e desideri per ottenere del cibo. Un po' come in un gioco di mimo.