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Il gene emotivo

La variazione del gene ADRA2B, presente in percentuali abbastanza ampie della popolazione, potrebbe essere all'origine della nostra capacità di ricordare eventi emotivi.

Cervello

La capacità degli esseri umani di ricordare eventi particolarmente emotivi sia positivi che negativi, come l'incontro con una persona di cui ci siamo innamorati, o il trauma di un brutto incidente automobilistico, è causata dalla variazione di un singolo gene.

Secondo questa nuova scoperta, la maggiore facilità nel ricordare eventi che abbiamo vissuto con grande emotività rispetto a quelli più comuni è legata a un vantaggio in termini evolutivi.

Il ricordo di momenti piacevoli o pericolosi rappresenta un aiuto per la nostra sopravvivenza quotidiana, molto più che il ricordo di azioni che svolgiamo tutti i giorni, come ad esempio gli spostamenti che dobbiamo compiere per andare al lavoro.

Secondo Dominique de Quervain, un neuroscienziato dell'Università di Zurigo, in Svizzera, gli incidenti che colpiscono in modo particolare la nostra emotività provocano alcune reazioni fisiche nel nostro corpo.

In queste occasioni, il nostro cervello rilascia gli ormoni e i neurotrasmettitori della noradrenalina, che stimolano l'amigdala (la parte del cervello maggiormente coinvolta nelle reazioni emotive) a immagazzinare ricordi di questi momenti nell'ippocampo e in altre parti del cervello.

Per ragioni che fino a poco tempo fa erano ancora da scoprire, la capacità di richiamare alla memoria questi eventi emotivi varia molto da persona a persona.

Per questo motivo, Dominique de Quervain si è domandato se alcune variazioni comuni in un gene chiamato ADRA2B, che codifica per i ricettori della noradrenalina, potessero essere le responsabili di queste differenze. 

Secondo lo scienziato, quasi il 30 per cento dei caucasici e il 12 per cento degli africani possiedono questa modificazione genetica.

Per scoprire se era vero, lo scienziato, insieme ai suoi colleghi di Germania e Uganda, ha mostrato delle fotografie di eventi emotivi molto positivi, neutrali e fortemente negativi a due grandi gruppi di persone. In seguito ha chiesto ai membri dei due gruppi di descrivere in forma scritta quello che avevano visto nelle foto.

Tra le fotografie positive c'erano quella di un nonno coi suoi nipotini e la scena di un matrimonio. Quelle negative includevano l'immagine di una vittima di un incidente, con una ferita alla testa, e scene di fonti altamente inquinanti. Infine le immagini neutrali mostravano delle persone che camminavano per strada o parlavano al telefono.

Uno dei gruppi di persone che hanno partecipato all'esperimento era composto da cittadini svizzeri sani, mentre l'altro era formato da superstiti traumatizzati dal genocidio in Rwanda, che stavano vivendo in un campo profughi in Uganda.

I ricercatori hanno scoperto che, in entrambi i gruppi, le persone che presentavano la variazione del gene ADRA2B avevano una tendenza maggiore a ricordare sia le immagini positive che quelle negative. Le immagini neutrali sono state ricordate invece allo stesso modo da persone con e senza la variante genetica.

Tuttavia, gli abitanti del Rwanda che presentavano la variante genetica hanno sviluppato durante il corso dell'esperimento ricordi molto più intensi di eventi emozionali fortemente negativi rispetto ai cittadini svizzeri.

Secondo Dominique de Quervain, "la variante genetica che abbiamo analizzato è sicuramente legata alla memoria emotiva. Ma sembra anche predisporre le persone ad avere ricordi più forti delle esperienze traumatiche".

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