Secondo lo studio di un team di Harvard le cellule staminali giocano un ruolo significativo nella riparazione dei tessuti del muscolo cardiaco colpito da infarto.
Le cellule staminali potrebbero dare una mano nella riparazione dei tessuti danneggiati da un attacco di cuore. Almeno secondo quanto dichiara un team di ricercatori statunitensi.
Il loro studio, che è stato condotto su topi, mostra che le cellule staminali giocano un ruolo limitato ma significativo nella riparazione dei cuori danneggiati. Allo stato attuale, però, non è ancora chiaro se la riparazione sia a carico delle cellule del cuore oppure a carico di cellule che stanno in altre parti del corpo.
Richard Lee e colleghi della Harvard Medical School di Boston hanno effettuato un’operazione di ingegneria genetica sui topi in modo tale che le cellule del loro muscolo cardiaco potessero essere visibili grazie a una proteina fluorescente.
Circa l’80 per cento delle cellule del cuore dei giovani topi assorbivano il colore della proteina. Mentre i topi invecchiavano la percentuale rimaneva costante. Un fatto che, secondo i ricercatori, sta a dimostrare che le cellule del cuore non vengono mai rimpiazzate nel corso della vita.
Nel momento in cui, però, gli scienziati inducevano infarti nei topi, il numero di cellule colorate calava fino al 70 per cento, come a suggerire che vengano create nuove cellule muscolari in risposta al danno subìto.
Secondo Lee lo studio dimostra che il cuore di un topo adulto ha una limitata capacità di ripararsi. “Il meccanismo necessario a rigenerare tessuto cardiaco è presente ma insufficiente – spiega Lee – perché forse i mammiferi non hanno abbastanza cellule staminali. Ovviamente ci sono anche altre teorie, ma noi dobbiamo capire cosa riporta indietro il sistema in modo da poter attuare una strategia che elimini quel freno”.
Ma Kenneth Chien del Massachusetts General Hospital di Boston ritiene che questa ricerca sollevi tanti interrogativi quante risposte si sforza di dare. Le cellule staminali del cuore sono state scoperte per la prima volta un anno fa, ma Chien non è del tutto sicuro che il professor Lee abbia identificato le cellule staminali cardiache dei topi.
“La sua prova è contingente – sostiene Chien - perché i suoi dati non si basano sull’individuazione di nuovi gruppi di cellule, ma mostrano soltanto che le cellule esistenti cambiano. Adesso la domande più importanti da fare sono queste: si possono identificare nuovi gruppi di cellule? Se sì, le staminali si formano prima delle cellule cardiache immature oppure provengono da altre parti del corpo?”
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