Fernando de Noronha, sabato 31 luglio 2010

TARTARUGHE MARINE ...

(dal diario di Maxine)

 Oggi è uno dei gorni più belli della mia vita! Abbiamo trascorso la giornata ad occuparci delle tartarughe marine di Fernando di Noronha. Prima, siamo andati al centro TAMAR, dove ci sono un'esposizione bellissima e uno Shop con giocattoli, libri e magliette sulle tartarughe e tutti gli animali marini che si trovano qui (avrei voluto comprare tutto!), oltre agli uffici degli scienziati che studiano e proteggono questi animali. Abbiamo giocato al gioco del ciclo di vita delle tartarughe (le regole le trovate nel diario di Alberto) (cf box sotto) e ho imparato moltissime cose nuove su questi fantastici animali. Sono molto appassionata di animali marini e sapevo già alcune cose sulle tartarughe. Ad esempio, sapevo una cosa un po' triste: che le tartarughe non conosceranno mai la loro mamma! La tartaruga madre depone le uova sulla spiaggia dove lei è nata e l'unica cosa che fa per i suoi futuri figlioletti è nascondere le uova sotto la sabbia per evitare che i predatori delle tartarughe le mangino.  Ma non sapevo che ogni tartaruga femmina può deporre anche più di cento uova! E non sapevo che solo uno o due bebé tartaruga su mille nati sopravvivono dopo la nascita e diventano adolescenti e ancor meno tartarughe raggiungono l'età adulta. Avrei detto almeno cinquanta, ma uno o due su mille è davvero poco. Non sapevo nemmeno che dalle uova deposte nella sabbia calda si schiuderanno tartarughine femmine e dalle uova nella sabbia fredda tartarughini maschi, ma il sesso lo si può vedere solo quando sono adulte. Grazie al gioco, non solo ho imparato queste cose, ma mi sono anche divertita moltissimo, perché la mia tartarughina, quella colorata (secondo me la più bella) è riuscita a diventare adulta, mentre quelle di Alberto e Armando, un biologo molto simpatico del progetto Tamar, sono state mangiate dai predatori e sono dovute ritornare alla casella di partenza ben cinque volte ! Alla fine però ha vinto Kai; per forza, lui si è scelto la tartaruga più grande !

 Dopo pranzo, siamo andati al Porto con Fernando, un tecnico specializzato nella pesca, e Lily, una biologa marina del progetto Tamar. Ogni giorno qui al porto Fernando, Lily e altri colleghi si alternano per... catturare tartarughe! Ma non per mangiarle o metterle in un acquario! Lo fanno per studiarle e proteggerle, perché le tartarughe marine sono una specie minacciata ed è importante sapere quante ce ne sono in questo mare, quanto crescono e quanto a lungo vivono. Se sono fortunate, possono vivere più a lungo di noi! C'erano così tante tartarughe alla Praia do Porto, che Fernando si è davvero stancato a catturarle in mare, portarle in spiaggia, farle misurare, pesare, marchiarle con un tag (un pezzettino di metallo con dei numeri), da Lily e poi rituffarsi per rimetterle in mare, soprattutto perché l'ultima che ha preso era grandissima! Noi bambini eravamo tutti dispiaciuti perché ci sembrava che le tartarughe soffrissero quando Lily metteva loro il tag sulle pinne (o arti) anteriori; Lily ci ha spiegato che provano solo un dolorino passeggero, come quello che abbiamo noi quando ci facciamo bucare le orecchie per mettere gli orecchini.  Ma io ho visto che alle tartarughe non piaceva per niente questo tagging, perché agitavano sempre le pinne mentre Lily glielo faceva! Però poi erano contentissime di ritornare in acqua, e io sono stata più contenta di loro quando Lily mi ha permesso di misurarne una (era lunga 40 cm, non certo la più grande della giornata) e di riportarla dopo in mare, dopo che l'avevamo "taggata" e annotato il numero e tutte le misure su un taccuino impermeabile. Poi abbiamo catturato una tartaruga che aveva già il "tag" : a nostra grande sorpresa, non era stata marchiata a Noronha, ma addirittura in Africa! Che lungo viaggio! Ho capito che è importante mettere il tag, perché se altri biologi trovano la tartaruga col nostro numero, possono sapere da dove viene e che percorso ha fatto nell'oceano. Se potessi, aiuterei Lily tutti i giorni in questo lavoro!

 NASCITA SULLA SPIAGGIA - Ma il bello della giornata doveva ancora venire, al tramonto. Armando, il coordinatore del progetto Tamar, ci ha invitato ad andare con lui e i suoi colleghi alla Praia do Leao alle 5 del pomeriggio per vedere come le tartarughine vanno per la prima volta in mare ! Questa è la vera nascita delle tartarughine, perché escono da una buchetta nella sabbia e per la prima volta vedono la luce, e grazie alla luce, riconoscono il mare e lo raggiungono. Così tutti emozionati e felicissimi siamo andati all'appuntamento con Armando, Andres, Carole e quache altro biologo, vicino ad un palo rosso su un punto della spiaggia. Questi pali sono messi dai biologi dove le tartarughe hanno deposto le uova, per proteggerle da eventuali turisti o passanti che potrebbero schiacciarle. Qui a Noronha c'è talmente poca gente in spiaggia che non c'è davvero pericolo, ma questo tipo di segnalazioni e altre recinzioni che i biologi mettono dove le tartarughe depongono le uova sono uno dei modi di conservare e proteggere questa specie minacciata. Quando arriviamo, Armando ci dice che nella sabbia sotto il paletto rosso ci sono oltre 100 tartarughine bebé, uscite dal loro guscio solo tre giorni prima. Me le immagino tutte attorcigliate l'una sull'altra e chiedo perché sono rimaste sotto, in quella buchetta nella sabbia.  Armando ci dice che quando rompono l'uovo con un dente speciale, le tartarughine sono ancora troppo accartocciate su se stesse per poter camminare fino al mare e quindi restano tre giorni nella sabbia, dove si distendono i muscoli per prepararsi ad uscire. - Ora dovrebbero essere pronte a correre al mare - dice Armando metre scava delicatamente con le dita nel punto sotto iI cartello rosso ... E miracolo! A un certo punto cominciano ad uscire dalla sabbia, una dopo l'altra, come tanti piccoli soldatini, tenere e delicate come bebé, ma già forti e soprattutto decise a raggiungere il mare. Nessuno di noi avrebbe mai creduto potessero essercene così tante in quella buchetta sotto la sabbia. E soprattutto nessuno di noi avrebbe mai immaginato che fossero così... veloci! Non dirò mai più a mio fratello che è lento come una tartaruga la mattina quando dobbiamo andare a scuola! In un attimo ci siamo trovati in un traffico di tartarughe, dirette velocissime verso il mare, ognuna lungo un suo percorso, scavalcando ostacoli di ogni tipo, conchiglie, alghe, pezzetti di legno, sassi, con una forza incredibile. Io aiutavo mio padre a riprenderle con una piccola telecamera, mentre Kai faceva foto e Aberto dirigeva il traffico proteggendo le tartarughine da Martina e Giulio, che sono piccoli e correvano con loro rischiando di calpestarle. La parte difficile infatti era proprio cercare di non calpestarle nella loro corsa verso il mare.  Armando ci aveva detto che sanno istintivamente dove si trova il mare quando escono dalla buca, perché seguono i riflessi delle stelle sull'acqua. Ci ha anche detto che è molto importante non confonderle mettendo luci artificiali o costruendo edifici vicini alla spiaggia, altrimenti si perderebbero. Ma quando finalmente arrivano al bagnasciuga, ecco un altro grande ostacolo: le onde! Sono così piccine che venivano continuamente respinte dalle onde. Noi bambini le abbiamo viste fare capriole e volevamo aiutarle, ma non si può, la natura deve fare il suo corso. Restiamo tutti lì fino a quando il sole è andato giù, per assicurarci che anche l'ultima le tartarughina arrivasse al mare, oltre le onde, per non essere respinta sulla spiaggia. Ce l'hanno fatta in 105! Armando ci ha detto che erano tutte, anche se le uova di questo nido erano 106. Uno non si era aperto. Mentre Armando lo riseppelliva sotto la sabbia, noi bambini abbiamo espresso il desiderio che tutte le 105 tartarughine che abbiamo visto nascere raggiungano almeno l'adolescenza, mentre io e Martina ci siamo augurate che soprattutto tutte le femmine ritornino su questa spiaggia, dove sono nate, per deporre le loro uova da adulte.










BOX regole GIOCO CICLO DELLA TARTARUGA (dal diario di Alberto)

Questo gioco è stato inventato da Armando, il biologo coordinatore del progetto TAMAR, il centro speciale per la protezione delle tartarughe marine che c'è sull'isola (Ta Mar in portoghese vuol dire Tartarguga Marinha). Armando ha presentato il gioco come tesi di laurea ed è davvero un gioco fico! I participanti scelgono come pedone una tartarughina neonata, una specie per partecipante. Io ho scelto la Careta careta, perché sono italiano e questa tartaruga c'è anche in Sardegna (in realtà ne sono rimaste pochissime :( ), Maxine la tartaruga variopinta (Eretmochelys imbricata), Kai la più grande e forte di tutte le tartarughe marine (Dermochelys coriacea), mia madre, che giocava anche lei, la tartaruga verde (Chelonia mydas) e a Armando è rimasta la tartaruga oliva (Lepidochelys olivacea). Ognuno mette la sua tartarughina esattamente dove è nata, su una mappa che mostra l'Oceano Atlantico, la costa africana e le coste sudamericane. E questo luogo è il punto di partenza del ciclo di vita della tartaruga. La mappa riporta per ogni tartaruga l'itinerario che quella specie fa. Poi bisogna tirare un dado per rifare il percorso che fa realmente la tartaruga, mettendola sul punto corrispondente al numero sull'itinerario. In ognuna delle tappe succede qualcosa, e le istruzioni sul da farsi sono indicate sulle carte (un mazzo di carte diverso per ogni tartarughina).

La carta può:

  • dare un'informazione sulle tartarughe, leggi e poi vai avanti
  • annunciare un contrattempo, tipo che la tua tartaruga è stata catturata da una rete di pescatori e quindi perdi un giro
  • dirti che la tua tartaruga è stata mangiata da uno squalo e quindi è morta e tu devi tornare alla casella di partenza.

Le cose scritte sule carte possono davvero succedere alle tartarughine, che muoiono molto più facilmente di quanto credessi: solo una o due tartarughine appena nate su mille raggiungono l'età adulta! Io e Armando siamo stati i meno fortunati perché le nostre tartarughine sono state mangiate dagli squali 5 volte mentre le tartarughine di mia madre e Maxine sono riuscite per prime a raggiungere l'adolescenza e l'età adulta senza mai farsi mangiare. Alla fine però ha vinto Kai, con la sua tartaruga gigante!

Le 5 specie tartarughe marine  di Noronha: