L'ambiente non è mai stato la prima delle preoccupazioni dei passati presidenti americani, e purtroppo tutto fa credere che non sarà in cima alla lista nemmeno del prossimo che sarà eletto a novembre. Alcune questioni legate al clima però hanno effetti importanti su temi molto cari alla presidenza statunitense: i prezzi del carburante, la sicurezza energetica e il nucleare civile.
Mettendo insieme diverse fonti (i manifesti dei candidati, le risposte date a Nature Reports, e i dibattiti fra alcuni collaboratori dei due candidati) la rivista New Scientist questa settimana ha riassunto le posizioni di Obama e McCain a proposito di salvaguardia dell'ambiente.

Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, Barack Obama ha dichiarato di volerle riportare ai livelli del 1990 entro il 2020 e di ridurle dell'80% (rispetto a quelle attuali) entro il 2050. Il candidato democratico crede fortemente nella necessità di stabilire per legge un limite massimo di emissioni e auspica l'adozione, anche se con alcune differenze, di una sistema di Emission trade simile a quello Europeo (si tratta della possibilità che un paese europeo possa comprare, o scambiare, le quote di Co2 rimaste inutilizzare in un altro paese EU, sistema che secondo studi recenti si è dimostrato efficace nel contenere la quota totale di emissioni in Europa).
Anche McCain si è dichiarato favorevole all'introduzione di un Emission trade negli Stati Uniti e intende riportare, come Obama, le emissioni di gas serra ai livelli del 1990 entro il 2020. La riduzione prevista entro il 2050 invece è del 60%.

Per quanto riguarda la posizione degli Stati Uniti nei confronti di un accordo internazionale sulle emissioni (Kyoto e il prossimo accordo di Copenhagen) Obama crede che sia ora che gli USA rientrino nei negoziati, senza aspettare che anche Cina e India prendano la stessa decisione, anche se pensa che sia comunque importante che queste due nazioni prendano una decisione simile.
McCain al contrario ritiene che gli Stati Uniti non si debbano impegnare a meno che anche India  e Cina lo facciano a loro volta.

Sul tema delle energie alternative e rinnovabili Obama vuole investire 150 miliardi di dollari spalmati nei prossimi 10 anni, con sgravi fiscali per chi produce energia da fonti rinnovabili.
McCain invece intende promuovere il mercato delle energie rinnovabili attraverso il meccanismo di Cap and trade (come quello delle emissioni citato sopra). Propone riduzioni sulle tasse fino a 500 dollari per le famiglie che optano per macchine a zero emissioni e un premio di 300 milioni di dollari per chi sarà in grado di sviluppare una tecnologia per le batterie che metta sul mercato delle macchine ibride facilmente ricaricabili o completamente elettriche.

Obama ha dichiarato che per quanto riguarda il costo dell'energia metterà in moto delle politiche a favore delle famiglie americane che riducano l'aumento, con specifiche azioni per impedire la speculazione e un programma per proteggere le famiglie povere dagli effetti delle avversità atmosferiche.
Per McCain, una parte delle entrate garantite dal meccanismo Cap and trade andranno ad alleggerire la condizione economica delle famiglie povere.

Obama è cauto sulla possibilità di utilizzare le riserve di gas off-shore. La sua intenzione è quella di spingere per un futuro a energia pulita, permettendo comunque un uso limitato e controllato delle perforazioni marine. Questo è forse il punto nel quale le differenze fra i due candidati si fanno sentire maggiormente: McCain infatti è un accanito sostenitore dell'utilizzo aggressivo delle riserve di gas, soprattutto quelle a largo delle coste dell'Alaska (che in parte si trovano all'interno dell'Antartic National Wildlife Refugee) e intende espandere ulteriormente l'esplorazione e la produzione delle riserve di olio e gas nazionali.

Sul delicato tema dell'energia nucleare Obama è possibilista (crede che possa essere uno dei modi per ridurre le emissioni di gas serra, ma che richieda un'accurata valutazione dei rischi ambientali, soprattutto connessi con lo stoccaggio delle scorie) mentre McCain ritiene che sia un tipo di energia assolutamente necessario al suo paese. Come lui stesso ha dichiarato, intende promuovere il nucleare in maniera “aggressiva”: il progetto è di costruire 45 nuove centrali  entro il 2030 e successivamente altre 100.