Il 17 settembre è stato pubblicato sul giornale dell’American Medical Association uno studio effettuato su un campione di cittadini adulti degli Stati Uniti che mostra come  la presenza nelle urine di bisfenolo A sia collegata a un maggiore rischio di soffrire di alcune malattie cardiache, di diabete di tipo 2 e di alcuni problemi enzimatici.
Il bisfenolo A è una sostanza usata nella produzione di materiali sintetici, presente in molti prodotti ampiamente diffusi: alcuni tipo di occhiali, di CD, di bottiglie, di biberon, e di imballaggi per alimenti.
La sua possibile tossicità era già stata oggetto di discussioni. Negli Stati Uniti, appena un mese fa, il contrasto si era sviluppato tra la FDA (Food and Drug Administration), l’ente di controllo dei farmaci, che aveva smentito la pericolosità del bisfenolo A, mentre l’Istituto nazionale della sanità aveva pubblicamente sostenuto la tesi contraria.

L’Istituto, infatti, ha condotto per anni ricerche sugli animali, che hanno mostrato come la presenza di questa sostanza chimica sia in relazione con danni al sistema riproduttivo, conseguenze sul cervello dei feti e degli infanti, obesità, disturbi della funzionalità del fegato e resistenza all’insulina.
Gli autori della ricerca hanno studiato un campione di 1455 persone, di cui il 90% ha presentato tracce della sostanza nelle urine in un quarto dei casi molto superiori ai livelli considerati sicuri, e hanno calcolato che in questi individui i disturbi del sistema cardiocircolatorio e il diabete di tipo 2 erano presenti in misura più che doppia rispetto al resto della popolazione.
Gli autori ritengono che altri studi siano necessari per avere la certezza della relazione tra sostanza e disturbi, ma è certo che il sospetto di pericolosità del bisfenolo A può essere preso sottogamba.