A meno che una balena non se lo mangi, il rivoluzionario dispositivo ideato all'Università di Genova è destinato a rivoluzionare l'esplorazione marina. L'idea è quella di imitare il plancton creando delle piccole sonde munite di sensori e in grado di comunicare attraverso brevi flash di luce.

Davide Brizzolara e colleghi dello SmartLab dell'Università di Genova hanno preso l'ispirazione da un'invenzione chiamata "polvere intelligente", già in uso per monitorare le condizioni ambientali a terra e che si intende utilizzare anche per l'esplorazione dei pianeti extraterrestri.

Secondo lo scienziato questa metodologia fornirà dati maggiori e più accurati dei tradizionali sensori statici, e sarà più economica dei veicoli sottomarini. Gli usi possono essere molteplici: monitoraggio delle condizioni ambientali, osservazioni archeologiche sottomarine e analisi minerarie.

Ogni sensore è in grado di raccogliere informazioni su temperatura e salinità dell'acqua mentre si sposta con le correnti marine. I dati vengono poi inviati indietro da sensore a sensore, fino a un hub centrale posto su una boa galleggiante. A differenza della polvere intelligente, che comunica attraverso onde radio, il plancton artificiale usa i segnali luminosi, ispirandosi alla bioluminescenza del plancton naturale.

Il plancton intelligente è stato recentemente presentato in un articolo alla Alife Conference a Winchester, nel Regno Unito.