Una mutazione genetica che ha favorito lo spostamento dello spinarello da un ambiente marino a uno fluviale conferma una volta di più le teorie di Darwin
Lo spinarello, pesce caro agli etologi, diventa oggi paladino anche degli evoluzionisti. Rowan Barrett, dottorando della University of British Columbia (UBC), negli stati Uniti, ha osservato infatti che una particolare mutazione genetica che riduce la dimensione dell'armatura che ricopre il pesce potrebbe aver favorito la colonizzazione delle acque dolci da parte della specie di origine marina.
Lo spinarello, un pesciolino che misura da tre a dieci centimetri, ha infatti iniziato a popolare laghi e corsi d'acqua a partire dall'ultima glaciazione. Negli ultimi 20.000 anni, un tempo breve in termini evoluzionistici, gli spinarelli d'acqua dolce hanno progressivamente perso l'armatura, le placche ossee laterali, che caratterizza i “cugini” marini.
“Gli scienziati hanno individuato una versione mutante di un gene, o allele, che impedisce la crescita dell'armatura,” spiega Barrett. Nelle specie marine si osserva in meno dell'un percento dei pesci, mentre è molto comune in quelli d'acqua dolce.
Barrett e il team che ha condotto la ricerca hanno studiato come la mutazione potrebbe aver aiutato il pesce a cambiare ambiente, “spostando” 200 spinarelli di mare con la mutazione in bacini sperimentali di acqua dolce.
“Grazie a una meticolosa registrazione dei tratti fisici e l'analisi dell'assetto genetico della discendenza di questi spinarelli, siamo riusciti ad avere una traccia di come la selezione naturale opera,” spiega Sean Rogers, coautore della ricerca e ricercatore della UBC.
“Abbiamo osservato un incremento nella frequenza di questo allele nei figli di questi pesci, una prova che la selezione naturale nell'acqua dolce favorisce un organismo con un'armatura ridotta,” ha precisato Barrett.
La prole di questi pesci inoltre ha dimensioni corporee maggiori rispetto ai parenti che vivono nell'acqua salata. Se infatti i pesci “non spendono energie per far crescere le ossa – un processo che in acqua dolce potrebbe essere anche più difficile a causa della carenza di ioni - ne possono utilizzare di più per incrementare la massa corporea,” spiega Barrett. “Questo inoltre permette un periodo di riproduzione precoce e una maggiore possibilità per gli avanotti di sopravvivere all'inverno.”
“Questa ricerca fornisce nuove prove a supporto della teoria della selezione naturale di Darwin, dimostrando che le condizioni ambientali possono avere un impatto diretto sui geni che controllano le caratteristiche fisiche che influenzano la sopravvivenza di una specie,” ha concluso Barrett.
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