Il conflitto con la Russia sta mettendo in crisi la rinascita scientifica avviata in Georgia negli ultimi anni
È stata breve, ma lunga quanto basta per paralizzare le ricerche in tutto il paese: secondo la rivista scientifica Nature il conflitto esploso nel mese di agosto in Georgia ha messo in crisi la rinascita scientifica avviata nel paese negli ultimi anni.
Natia Jokhadz, direttore della Georgia National Science Foundation (GNSF) in Tbilisi, denuncia infatti il blocco di ben settantadue progetti di ricerca, ovvero circa il 30% dei progetti della fondazione, a causa della guerra tra Russia e Georgia. Inoltre, durante il conflitto quasi tutti i ricercatori stranieri coinvolti in
progetti di ricerca hanno dovuto lasciare il continente e nel prossimo
anno le borse di studio e le missioni all’estero per giovani scienziati
saranno probabilmente soggette a forti tagli.
La crisi colpisce la Georgia nel bel pieno di una riforma radicale del suo sistema scientifico. Negli ultimi anni il numero dei giovani ricercatori è cresciuto molto e velocemente e, prima del conflitto, il GNSF, un’agenzia nata nel 2005 per distruibuire i fondi alla ricerca, aveva pianificato di raddoppiare il suo supporto alla scienza nazionale che, per il prossimo anno, sarebbe passato da 8 a 16 milioni di dollari. Ma adesso che il paese dovrà affrontare i costi della ricostruzione post-bellica è difficile immaginare che sia possibile rispettare queste pianificazioni. Soprattutto se si considera che in alcune regioni della Georgia, dove strade e altri canali di comunicazione sono bloccati o distrutti e l’accesso ai giornalisti è negato, non è ancora chiara quale sia l’intera portata dei danni arrecati alle università, agli ospedali, alle scuole.
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