Un gruppo di ricercatori dei Paesi Bassi ha dimostrato che alcune persone potrebbero essere più propense di altre a essere vittime di incidenti e disavventure
La fortuna potrebbe non essere un fatto casuale, che colpisce senza motivo alcune persone più che altre.
Che li si chiami sfortunati o semplicemente propensi a subire incidenti, ci sono davvero alcuni individui a cui capita di incappare in un maggior numero di disavventure che ad altri.
A tutti sarà venuto in mente un amico o conoscente a cui sempre "ne capitano di tutti i colori", eppure finora nessuno aveva mai saputo se fosse davvero possibile dimostrare scientificamente che si trattasse, purtroppo, di una reale propensione alle disavventure.
Ellen Visser e colleghi dell'University Medical Center Groningen, nei Paesi Bassi, hanno provato a cercare una soluzione, analizzando i risultati di 79 studi nei quali veniva analizzato in che modo alcune persone fossero più propense ad incappare in vari tipi di incidenti.
In tutto, negli studi erano registrate le disavventure sofferte da 147.000 persone, appartenenti alle popolazioni di 15 diversi paesi.
Sorprendentemente, dal confronto degli studi è emerso che esiste effettivamente un gruppo distinto di persone che soffre di un maggior numero di incidenti di vario genere. Una ogni 29 persone presenta il 50% in più delle possibilità rispetto agli altri di essere vittima di una disavventura.
Secondo Visser, lo studio non rivela quali persone in particolare siano maggiormente a rischio, ma dimostra che effettivamente esiste un gruppo di individui particolarmente sfortunati.
Varie ricerche antecedenti a questa avevano sottolineato che alcune figure particolarmente a rischio, come le persone che lavorano in piattaforme petrolifere o come i piloti impegnati in combattimenti, hanno la probabilità di soffrire di un maggior numero di incidenti.
Nei propri studi, invece, Visser suppone che la probabilità non sia legata solo a lavori o attività particolarmente pericolosi, ma che esistano dei tratti distintivi della personalità che predispongono a essere maggiormente vittime di eventi sfortunati.
La ricerca pubblicata è un primo passo, ma saranno necessari ancora molti studi per fare chiarezza sui dati emersi.
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