Allargano le ali e le ritraggono: ecco il trucco dei pipistrelli per vincere l'attrito dell'aria e ispirare i futuri passi dell'ingegneria aerospaziale.
I pipistrelli compensano la mancanza di coda e di piume sulle loro ali membranose generando due vortici di aria che permettono loro di vincere la resistenza dell’aria. Mentre gli altri uccelli si limitano a separare le loro piume per far passare l’aria, i pipistrelli vincono la sfida aerodinamica allargando le proprie ali all’indietro durante il battito e ritraendole subito dopo. Una scoperta che potrebbe aiutare gli ingegneri a costruire nuovi tipi di aerei.
È quanto afferma Andres Hedenstrom che, con i suoi colleghi dell’Università svedese di Lund, ha studiato il volo della Glossophaga soricina, una specie di pipistrelli che si nutre di nettare, immettendola in una galleria del vento riempita di nebbia. Grazie a una luce laser lampeggiante, una telecamera ha potuto registrare i movimenti della nebbia che sono stati poi analizzati dal computer.
Da questo studio si è scoperto che a basse velocità – circa 1,5 metri al secondo – i pipistrelli sollevano le ali durante il battito, incurvando l’aria in un movimento simile a quello generato dalle braccia di una persona che nuota. Invece, a velocità di circa 7 metri al secondo, ritraggono le ali verso il corpo per fare meno attrito con l’aria. L’analisi della nebbia ha inoltre rivelato la presenza di vortici d’aria alle estremità delle due ali, mentre gli altri uccelli producono un unico vortice alle proprie spalle dopo il battito.
Secondo Hedenstrom questa differenza è dovuta al fatto che gli uccelli hanno una coda e i pipistrelli no, e questo potrebbe spiegare le maggiori capacità di manovra di quest’ultimi. “Sono molto agili – afferma Hedenstrom – e possono compiere delle inversioni di marcia istantanee ad altissime velocità.” Geoffrey Spedding, ingegnere aerospaziale dell’Università della California del Sud che ha collaborato allo studio, aggiunge che “i pipistrelli sono cacciatori in grado di architettare una strategia e di eseguire manovre complesse in ambienti angusti. Queste sono proprio le abilità che vorremmo conferire ai nostri aerei senza equipaggio, da usare in futuro in contesti sia rurali che urbani.”
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