Le irregolarità dello strato di ghiaccio sotto la superficie del pianeta rosso dimostrerebbero l’esistenza di un ciclo attivo dell’acqua
La profondità a cui può essere trovato il ghiaccio sotto la superficie di Marte cambia enormemente, come dimostra una nuova mappa della temperatura elaborata dalla sonda spaziale della Nasa Mars Odyssey. Il ghiaccio “bitorzoluto” sembra essere coinvolto in un ciclo dell’acqua attivo sul pianeta.
Odyssey vide i primi segni dell’esistenza del ghiaccio nel 2002, quando uno strumento registrò dei neutroni che vengono generati quando le particelle cariche provenienti dal cosmo, i raggi cosmici, colpiscono l’idrogeno presente nelle molecole ghiacciate. Il rilevatore di neutroni montato sul veicolo spaziale mostrò che la maggior parte del ghiaccio era nascosta vicino al polo nord e al polo sud.
Lo strumento ha una visione piuttosto confusa e non è in grado di risolvere nessun particolare più piccolo di 500 chilometri. Tuttavia, Joshua Bandfield dell’Arizona State University di Tempe, negli Stati Uniti, ha ora dipinto un’immagine molto più dettagliata della superficie ghiacciata.
Il ghiaccio si comporta come una riserva di calore e, quando si passa dall’estate all’autunno, può impedire che la temperatura scenda troppo in fretta. Più il ghiaccio è vicino alla superficie, più forte è la mitigazione della temperatura.
Usando il rilevatore termico di Odyssey, chiamato THEMIS, Bandfield ha mappato la variazione stagionale della temperatura in diverse zone di Marte. Il ricercatore ha scoperto che la profondità del ghiaccio è altamente variabile, perfino sulla scala più dettagliata di THEMIS, circa un centinaio di metri. In molte zone, il ghiaccio si trova a soli cinque centimetri dalla superficie.
Secondo Banfield queste irregolarità possono essere spiegate se il ghiaccio evapora e si ricristallizza attivamente. Il ricercatore pensa che, dove ci sono molte rocce sulla superficie, il calore del giorno venga trasportato nel terreno attraverso le pietre, sciogliendo il ghiaccio che viene seppellito più profondamente.
Diversamente, le aree di terreno polveroso, isolate dal calore del giorno, permettono al ghiaccio di scivolare vicino alla superficie, non appena si condensa dal vapore acqueo dell’atmosfera.
Questa è, probabilmente, una buona notizia per un’altra missione della Nasa. Nel marzo 2008, il Phoenix lander dovrebbe trovarsi vicino al polo nord di Marte. La sonda è stata progettata per analizzare il ghiaccio alla ricerca di tracce di cambiamenti climatici passati e per vedere se la vita può sopravvivere appena sotto la superficie del pianeta rosso.
Phoenix sarà in grado di scavare per un metro. La sonda potrà incappare in una zona dove il ghiaccio si trova sepolto più profondamente, o dove è assente del tutto? “Credo che sia altamente improbabile” ha puntualizzato Bandfield. “I tecnici stanno cercando di evitare le zone dove il ghiaccio è sepolto troppo profondamente”.
Il membri del team di Phoenix eviteranno comunque i terreni rocciosi, dove il ghiaccio è più profondo, perché sarebbe pericoloso anche per l’atterraggio dell’apparecchio.
Journal reference: Nature (vol 447, p 64)
Stephen Battersby
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