Giornate di agitazione negli istituti di ricerca per il disegno di legge che abolisce la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. E i ricercatori finiscono su Ebay
I ricercatori in agitazione in questi giorni la chiamano emendamento ammazza-precari: è il decreto legge che dal 1 luglio determinerà una riduzione del personale di almeno il 10% degli enti di ricerca come delle altre amministrazioni dello Stato. Un provvedimento che porterà al licenziamento di migliaia di lavoratori nella ricerca.
Tante le iniziative in corso in questi giorni; per essere aggiornati basta seguire il blog dei precari della ricerca. Tra queste quella di stamattina, 2 ottobre, che ha visto a Roma i precari in un sit in al Ministero della Funzione Pubblica, convocato da Cgil, Cisl e Uil.
L’agitazione si è diffusa un po’ ovunque nei centri di ricerca in Italia: ha coinvolto ad esempio i 500 precari dell'Istituto per la formazione professionale dei lavoratori (dove tutte le attivita' sono bloccate), i 700 precari dell’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale ex Apat, Icram e Infs, e i 400 precari dell’Istituto nazionale di geofisca e vulcanologia. Il 30 settembre scorso la protesta è sfociata nell’occupazione della presidenza del Cnr.
Cosa significa tagliare sulla ricerca? Ecco qualche risposta.
Secondo molti sarebbero a rischio molte delle attività per la salute e la sicurezza del paese: sono i precari dell'Istituto Superiore di Sanità, ad esempio, che effettuano controlli su cibi contaminati, farmaci contraffatti, virus influenzali e nuove patologie esotiche e il vaccino contro l'Aids; ed è il personale precario dell’Ingv che assicura il servizio di monitoraggio e sorveglianza sismica e dei vulcani attivi svolto in collaborazione con la Protezione civile.
“I nuovi tagli vanno soprattutto a danno dei molti giovani brillanti che, dopo anni di precariato, si vedono costretti a trovare una collocazione in università ed enti di ricerca stranieri, oppure a rinunciare alla ricerca.” Dichiarano i rappresentanti dei ricercatori Infn in una lettera aperta inviata al Ministro Mariastella Gelmini. L'Infn potrebbe trovarsi, già a fine 2008, con personale in eccesso rispetto alla pianta organica così ridefinita, e, per alcuni anni, non potrebbe assumere ricercatori, nemmeno per rimpiazzare le cessazioni dal servizio dell'anno precedente. Inoltre l'emendamento sotto accusa impedirà all’ente di usufruire dei fondi previsti dalla finanziaria 2007 destinati all'assunzione di nuovi ricercatori negli enti di ricerca. Eppure, scrivono i ricercatori Infn nella lettera, “la ricerca, soprattutto a livelli di altissima competitività internazionale, può svolgersi solamente grazie all’apporto di menti giovani e fresche e questo richiede una prospettiva di inserimento”.
Che fine faranno i precari della ricerca? Probabilmente lo avrete già letto su La Repubblica: al momento, sono in vendita su Ebay! Per comparne uno clicca qui. Non sono neanche troppo cari!
L'Osservatorio sulla ricerca ha pubblicato sul suo sito un'analisi e un appello rivolto al Presidente della Repubblica sul tema della ricerca e università. Per leggere e aderire all'appello clicca qui.
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