Un rapporto della FAO mostra i rischi della diffusione del settore di punta della bioenergia
L’industria emergente dei biocarburanti rischia di aumentare il prezzo del cibo, avvertono le Nazioni Unite.
L’8 maggio, il settore energia delle Nazioni Unite ha diffuso le proprie linee guida dal titolo Sustainable Energy: A Framework for Decision Makers, dedicate al settore in rapida crescita delle bioenergie. Secondo il rapporto, Ia produzione di biocarburanti sembra già avere aumentato il prezzo del mais dal 2006 al 2007.
Il rapporto ha mostrato che i biocarburanti possono avere un doppio effetto sulle scorte alimentari. Da un lato, queste coltivazioni potrebbero togliere terra, acqua e altre risorse alla produzione di cibo. Dall’altro, rendendo l’energia più economica e facilmente disponibile, i biocarburanti potrebbero aumentare la disponibilità delle risorse alimentari.
Si legge nel rapporto: “a meno che non siano approvate nuove politiche per proteggere le terre minacciate, per assicurare un uso socialmente accettabile della terra e per indirizzare lo sviluppo delle bioenergie in una direzione complessivamente sostenibile, i danni ambientali e sociali potrebbero, in alcuni casi, superare i benefici”.
Il rapporto afferma anche che le coltivazioni con un alto input di energia fossile, come l’uso di fertilizzanti convenzionali, e le coltivazioni di particolare valore dovrebbero essere evitate.
Gustavo Best, coordinatore del settore energia della Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite, ha affermato che le nuove linee guida erano necessarie perchè l’industria “sta crescendo rapidamente, ma è molto disorganizzata e male informata”. Secondo le proiezioni dell’ONU, la produzione globale di biocarburati è raddoppiata nei cinque anni passati e, verosimilmente, raddoppierà nei prossimi cinque.
Il rapporto avverte, inoltre, che le coltivazioni per l’energia sostenibile, potrebbero avere un impatto negativo nel caso andassero a sostituire foreste primarie “causando un grande rilascio di carbonio dal suolo e dalle biomasse che vanificherebbe ogni beneficio dei biocarburanti per decenni”.
La relazione propone, perciò, la creazione di uno schema internazionale di certificazione bioenergetica, che includa la certificazione dei gas serra, per assicurare che i prodotti incontrino gli standard ambientali “per tutta la strada, dai campi alle taniche di carburante”.
Il 2007 ha già visto un grande aumento delle politiche internazionali relative ai biocarburanti. Il 24 gennaio, il presidente americano Gorge W. Bush ha annunciato che gli Stati Uniti taglieranno i consumi di benzina del 20% nei prossimi dieci anni, ricorrendo principalmente all’uso di carburanti alternativi, incluso l’etanolo.
Il 9 marzo, i leader dell’Unione Europea hanno deciso che entro il 2020 il 20% dell’energia usata in Europa dovrà arrivare da fonti rinnovabili.
Sempre in marzo gli Stati Uniti, la Cina, l’India, il Brasile, il Sud Africa e la Commissione Europea hanno enunciato la creazione di un Forum Internazionale sui Biocarburanti con lo scopo di aumentare la produzione e l’uso globale di biocarburanti.
Tuttavia, i benefici dei biocarburanti sono ancora oggetto di dibattito tra economisti e scienziati.
Il Brasile è il più grande produttore di etanolo dallo zucchero di canna, mentre gli Stati Uniti detengono lo stesso primato per il mais. Insieme hanno più del 70% del mercato globale.
New Scientist Environment and Reuters
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