Il progetto di sequenziamento dei genomi di animali estinti risalenti all’utima era glaciale può contribuire a comprendere le ragioni della loro scomparsa. Dopo il successo del sequenziamento del genoma del mammut mancano ora i fondi per continuare
Dopo il tormentato successo del sequenziamento di parti del genoma dell’estinto mammut peloso, il progetto è ora fermo per mancanza di fondi.
Hendrik Poinar, del McMaster Ancient DNA Centre dell’Università di McMaster di Hamilton nell’Ontario, e il suo gruppo sperano che il sequenziamento dei genomi di animali estinti permetta di scoprire dati altrimenti inaccessibili sulla loro storia evolutiva, sulla popolazione, sulla diversità e su altre caratteristiche importanti. Decifrare il genoma del mammut potrebbe contribuire a risolvere il mistero della loro scomparsa quando l’ultima era glaciale volgeva al termine, circa 12 000 anni fa, e fornire degli indizi sulla fine delle altre specie della megafauna. Finora, era stato sequenziato soltanto il DNA mitocondriale di resti fossili di mammut. Il DNA nucleare era molto più difficile da trattare, perché la sequenza è molto più lunga e ci sono solo due fili per cellula. Fino a quest’anno erano stati sequenziati solo pochi geni di DNA nucleare presi da mammut congelati. In gennaio di quest’anno, Poinar, insieme a Ross MacPhee e colleghi dell’American Museum of Natural History di New York, ha annunciato di essere riuscito a sequenziare un grammo di osso di mammut usando un nuovo strumento che ha sequenziato 28 milioni di coppie di basi estratte da un piccolo frammento di DNA. Poi con un’analisi computerizzata gli scienziati hanno confrontato 13 milioni di coppie del mammut con il genoma dell’elefante africano, che è pubblico. La sovrapposizione tra il mammut e l’elefante è risultata essere del 98,55%, che è coerente con la divergenza evolutiva tra le due specie circa 5 milioni di anni fa (“Science”, vol. 311, p. 392). Lo scorso mese, Poinar ha annunciato ai delegati della conferenza della Society of Vertebrate Paleontology a Ottawa, che i risultati del suo gruppo sono stati migliorati grazie a sette serie di sequenziamento, in cui ogni serie forniva 20 milioni di coppie di basi, arricchendo così il genoma del mammut di qualche punto percentuale. Il gruppo ha ora bisogno di circa 500 000 dollari per effettuare 100 ulteriori serie con lo strumento per il sequenziamento e sta cercando fondi. MacPhee dice che “Accettiamo assegni di qualunque taglio in valuta convertibile”. Il mammut è un logico punto di partenza per studiare gli animali estinti dell’era glaciale. I resti di mammut sono tra i più abbondanti nel permafrost, e gioca a favore il fatto che il genoma sia simile a quello dei moderni elefanti. Il confronto tra i due genomi permette agli scienziati di eliminare le sequenze che appartengono a elementi estranei che hanno contaminato i resti fossili, come per esempio i batteri che vivono nel suolo. Dopo il sequenziamento del mammut si può passare a sequenziare altre specie estinte. L’esploratore francese Bernard Buigues ha raccolto e conservato in una grotta scavata nel permafrost siberiano i resti di più di 1000 fossili risalenti all’era glaciale, compresi quelli di bue muschiato, alce e caribù, e collabora ora con il gruppo di Poinar. La stessa tecnica viene usata per sequenziare il genoma dell’uomo di Neanderthal. Jeff HechtSemi di cotone geneticamente modificati potranno essere purificati dalla tossina gossypol che li rende velenosi per animali e uomini. Dato il loro alto contenuto in proteine, tra alcuni anni potrebbero diventare una risorsa alimentare per le popolazioni dei paesi poveri
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