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Cotone commestibile per nutrire milioni di persone

Semi di cotone geneticamente modificati potranno essere purificati dalla tossina gossypol che li rende velenosi per animali e uomini. Dato il loro alto contenuto in proteine, tra alcuni anni potrebbero diventare una risorsa alimentare per le popolazioni dei paesi poveri

Il cotone geneticamente modificato, i cui semi non siano più tossici, potrebbe fornire cibo per i paesi poveri. I ricercatori sostengono che la tecnologia usata potrebbe rendere commestibili anche i semi di altre piante tossiche.

I semi del cotone contengono circa il 22% di proteine, e il cotone attualmente coltivato in tutto il mondo avrebbe proteine sufficienti per soddisfare il fabbisogno di 500 milioni di persone. Purtroppo contiene anche la tossina gossypol, che lo rende velenoso per gli animali, compresi gli esseri umani.

Nelle persone la tossina gossypol riduce il contenuto di potassio nel sangue a livelli pericolosi, provocando affaticamento e addirittra paralisi. La gossypol ha un curioso effetto collaterale: è un efficace contraccettivo maschile, ma le ricerche su questo aspetto sono state abbandonate alla fine degli anni Novanta. Tutti i tentativi per eliminare la gossypol dal cotone fatti tra gli anni Sessanta e Settanta sono falliti: gli insetti che prima erano respinti dalla tossina si facevano scorpacciate delle piante modificate.

Keertii Rathore della Tewas A&M University (USA) è riuscito a eliminare la gossypol dai semi di cotone senza modificare il contenuto di tossina nel resto della pianta. Così la pianta produrrà semi commestibili ma non verrà distrutta dagli insetti infestanti.

Rathore e i suoi colleghi hanno raggiunto questo risultato — dopo quella che definiscono una corsa durata 10 anni contro i gruppi rivali in Cina e Australia — usando la tecnologia dell’interferenza dell’RNA (RNAi).

Il gruppo ha deciso di concentrarsi su un enzima che è cruciale nella produzione di gossypol. È stata prodotta una sequenza genetica che si attiva solo nei semi di cotone e che contiene una porzione del gene dell’enzima, seguito dalla stessa sequenza al contrario.

Questa sequenza è stata poi introdotta nelle cellule dei semi del cotone, dove ha generato un filamento di RNA messaggero con due metà che aderiscono fra loro formando una specie di forcina per capelli. Nelle cellule, il filamento di RNA messaggero a forcina viene frantumato in piccoli pezzi da un altro enzima e, attraverso un meccanismo non completamente compreso, i pezzettini si attaccano all’RNA messaggero originale. Questo contrassegna l’RNA in modo che venga riconsciuto e distrutto da un meccanismo cellulare noto come complesso RISC. Il risultato finale è che la produzione di gossypol nei semi di cotone modificati viene bloccata.

Rathore dice che la parte interna del seme di cotone non tossico, tostato e salato, ha gusto di nocciolina; inoltre può essere macinato e la farina di cotone può essere combinata con farine di grano e di mais per arricchirle di proteine.

Danny Llewellyn, un botanico del CSIRO in Australia che ha anche tentato di eliminare la gossypol dai semi di cotone, afferma che la ricerca “permetterà di essere usata in modo più ampio per l’alimentazione animale… e come sostituto di altri oli, come la colza.”

Già adesso i semi di cotone vengono usati in quantità limitate per alimentare i bovini, dato che i batteri presenti nei loro stomaci di ruminanti rendono i semi non tossici. I semi modificati potrebbero essere un vantaggio anche per i contadini, perché potrebbero vendere i semi di cotone come cibo per maialli e polli, o addiruttura per l’alimetazione umana, una volta che siano state eliminate le fibre intorno al seme.

“Sarà sicuramente un vantaggio per i coltivatori di cotone dei paesi in via di sviluppo che coltivano il cotone per venderlo,” dice Llewellyn. Cina e India sono grandi produttori di cotone, stando rispettivamente al primo e al terzo posto nel mondo. Eppure molti paesi in via di sviluppo si sono opposti a lungo all’introduzione di colture geneticamente modificate, e la coltivazione del cotone è stata molto criticata perché ha bisogno di grandi quantità di acqua.

“La tecnologia RNAi è probabilmente la più promettente dei nostri tempi,” dice Rathore. “Molti scienziati stanno cercando di utilizzarla per affrontare i problemi del cancro, dell’AIDS e delle malattie cardiache. E la stessa tecnologia può essere usata per combattere i problemi relativi alla carenza di cibo.” Secondo Rathore questa tecnologia può essere applicata ad altre colture per renderle commestibili, per esempio la Lathyrus sativus, nota anche come cicerchia comune. Questo legume è una coltura di emergenza che viene coltivata in Africa e Asia in periodi di siccità, perché resiste alle condizioni più estreme.

La cicerchia produce semi ad alto contenuto di proteine, ma contiene anche una neurotossina che, se mangiata in grandi quantità, paralizza la parte inferiore del corpo. “Spesso, quando si vedono persone con questo tipo di paralisi in Asia o Africa è perché sono state costrette a mangiare la cicerchia,” dice Rathore. RNAi è “perfetta” per affrontare questo problema.

Il gruppo di Rathore ha creato in laboratorio i semi di cotone senza gossypol, tuttavia la ricerca è ancora ai primordi. Sembra che le caratteristiche dei semi siano stabili su tre generazioni di piante, ma gli scienziati devono ancora dimostrare che la stabilità si mantiene sul campo, e sono necessari ancora una serie di test di controllo sulla sicurezza. Rathore non prevede di vedere sul mercato i suoi semi di cotone modificati prima di almeno dieci anni.

Catherine Brahic

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