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Attenti ai sotterranei

Troppi tunnel minacciano l'ambiente delle grandi città, generando forti rischi di crollo per i palazzi sovrastanti.

L'estensiva presenza di tunnel nei sotterranei delle città potrebbe un giorno rivelarsi il tallone d'Achille dell'urbanizzazione. Sono sotterranei, metropolitane, parcheggi, magazzini seminterrati: ma potrebbero diventare la causa di una prossima catastrofe urbana. Secondo gli esperti della United Nations University (UNU), infatti, troppo spesso vengono costruiti senza un'attenta valutazione dei rischi e senza adeguati piani di emergenza.

Negli ultimi decenni le città sono cresciute a dismisura: oggi il 50% della popolazione mondiale abita in un centro urbano e nel 2030 questa percentuale crescerà fino al 65%. E cosí l'opportunità di ampliare la superficie delle città scavandovi ampi spazi al di sotto sarà sempre più allettante. Ma, avverte Srikantha Herath dell'UNU, in molti paesi lo studio dei rischi è spesso trascurato.

"Se si vogliono costruire infrastrutture sotterranee è essenziale preparare un modello dei possibili rischi di catastrofi urbane. Per esempio, bisogna tenere ben conto delle possibilità di evacuazione, di rifugi di emergenza, di trasporto e deflusso delle acque", dice l'esperto.

I rischi esistono però anche per i palazzi che sono costruiti al di sopra degli spazi sotterranei, che potrebbero collassare sotto il peso, per esempio, di una massa d'acqua, nelle strutture sottostanti. "La frequenza delle alluvioni sotterranee — sottolinea Herath — è incredibilmente alta". A Tokio, per esempio tra il 1999 e il 2001 ci sono stati 17 incidenti di questo tipo nei sotterranei, soprattutto tra luglio e settembre. E tra le città a maggior rischio, si trovano soprattutto quelle vicine al mare, più vulnerabili alle alluvioni, alle inondazioni, alle maree, ai terremoti e ai maremoti. Eventi che, prevedono gli scienziati, saranno sempre più frequenti.

Un esempio tra i tanti: nel 1999 in Venezuela il fango dovuto alle fortissime piogge devastò nove regioni del nord del paese. Le bidonville furono devastate dalla furia delle acque, ma anche i resort e gli hotel costruiti lungo le coste vicino a Caracas furono sepolti dal fango. Le persone coinvolte furono mezzo milione e i morti 30 000.

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