Nonostante le differenze in dimensioni e durata della vita, le specie animali convergono tutte verso un ritmo metabolico comune
Non è intuitivo, e infatti secondo molti studi precedenti le specie di minori dimensioni avrebbero un metabolismo più accellerato rispetto a quelle più grandi, che le porterebbe anche a vivere meno a lungo. Secondo Anastassia Makarieva, dell'Istituto di Fisica Nucleare di San Pietroburgo in Russia, però nessuno studio aveva ancora mai comparato il metabolismo a riposo in tutte le forme di vita animale terrestre, come ha fatto invece il suo team di ricerca che ha trovato che non esiste in realtà una correlazione fra dimensioni e metabolismo.
Makarieva e colleghi hanno analizzato un database di 3.006 specie, dai batteri agli elefanti, trovando che il tasso metabolico a riposo variava in totale di un fattore 104, nonostante la massa corporea variasse invece di un fattore di 1020. In realtà per la maggior parte delle specie il tasso di variazione metabolica era limitato a un fattore 10. Non è stata riscontrata inoltre nessuna correlazione fra la massa e il ritmo metabolico.
“L'elefante (il più grande animale preso in esame) ha un ritmo metabolico di 1 watt per chilogrammo, mentre il batterio più piccolo ha un tasso di 4 watt/kg,” ha spiegato la scienziata. Secondo Makarieva se si fossero usate le formule tradizionali per calcolare i tassi metabolici in classi animali diverse ci sarebbero dovute aspettare differenze ben maggiori di queste.
Visto che un grande numero di specie cadono un intervallo molto ristretto si può ipotizzare che esista un tasso metabolico universalmente ottimale, in grado di garantire la sopravvivenza degli organismi. Anche se non è ancora stato possibile studiare approfonditamente quale sia il suo vantaggio evolutivo, Makarieva e colleghi credono che questo valore possa spiegare alcuni aspetti dell'evoluzione, come per esempio la dimensione corporea necessaria per evolvere un meccanismo di respirazione, o la forma e dimensione delle foglie degli alberi.
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