Mammiferi sempre più in pericolo
L'homo sapiens si sa ne ha fatte di cotte e di crude. In particolare è specialmente bravo nel decimare le altre specie animali. È successo durante la preistoria, quando in ogni continente dove arrivava sparivano successivamente tutti i grandi mammiferi, come per esempio i mammuth. E anche oggi non scherza. Gli scienziati sono ormai concordi nel prevedere un sempre più rapido declino della biodiversità dei mammiferi, e questo è soprattutto dovuto all'azione umana. Scienziati di tutto il mondo hanno partecipato oggi, lunedì 13 ottobre, alla quadriennale International Union for Conservation of Nature (IUCN), svoltasi a Barcellona, dove è stato reso pubblico il tanto atteso database con i dettagli sullo stato di tutti mammiferi conosciuti dall'uomo dal 1500 in poi. Per redigere questo database ci sono voluti 5 anni, 1700 ricercatori provenienti da 130 paesi e ciascuna specie è stata classificata in base al rischio di estinzione.
La buona notizia che emerge dal rapporto, di cui il responsabile è Jan Schipper, un biologo esperto di mammiferi del IUCN, è che i programmi di protezione (quelli con sufficienti risorse economiche) stanno funzionando bene e che la biodiversità è superiore a quanto si pensava. La notizia cattiva invece è che ben 188 specie sono in serio pericolo, e 29 potrebbero addirittura essere già estinte. Secondo l'analisi le ragioni maggiori della diminuzione dei mammiferi terrestri sono da rintracciarsi nel degrado degli habitat e nella caccia, mentre quelli marini invece devo affrontare alcune minacce in più, per esempio la morte accidentale nelle reti per la pesca.
I mammiferi di grandi dimensioni, specialmente ungulati e primati, in Asia del sud e nel Sudest Asiatico sono quelli in maggior pericolo, mentre per le specie marine il primato spetta a quelle che vivono nel Pacifico e nell'Atlantico del Nord e nel Sudest Asiatico.
In generale la situazione è preoccupante: su 4651 specie di cui si hanno dati sufficienti, 1139 mostrano un certo livello di pericolo di estinzione. Almeno metà delle specie stanno comunque declinando in numero di individi, anche fra quelle che al momento non corrono pericoli di estinzione.
Questo database “è uno dei più importanti sforzi che sono stati fatti per riassumere lo stato di condservazione e le minacce dei mammiferi nel mondo,” spiega il biologo Don Wilson, dello Smithsonian National Museum of Natural History di Washington, D.C. “Avendo dei dettagli delle minacce al l livello delle specie ora sarà possibile gestire le agenzie nazionali nel dirigere i loro sforzi verso le specie maggiormente in pericolo.”
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