Balene e delfini ci insegnano la fluidodinamica. Questi animali, che hanno perfezionato il movimento in acqua in milioni di anni di evoluzione, hanno ispirato un nuovo design per le turbine eoliche.

Il dottor Frank Fish della West Chester University ha studiato la struttura delle pinne delle balene e i suoi effetti sul moto dell'animale e ha trovato dei risultati che invalidano alcune teorie finora utilizzate in ingegneria. Gli scienziati che si occupano di fluidodinamica hanno sempre ritenuto, finora, che uno schema di flusso stabile su superfici lisce (come le pale delle eliche ora in uso) favorisse la spinta e la portanza, che è la componente verticale della reazione del fluido. L'osservazione delle megattere invece fa pensare che un flusso instabile su superfici complesse aumenti la portanza riducendo l'attrito. Infatti se guardiamo le pinne delle megattere notiamo delle protuberanze nel lato frontale. Da questa sorta di bernoccoli si formano dei piccoli vortici d'acqua che, come spiega Fish, “aiutano ad aumentare la portanza e favoriscono l'agilità.”

Lo scienziato della West Chester, che presenta oggi i suoi studi al meeting annuale della Society for Experimental Biology, ha notato che anche dal movimento verticale della coda dei delfini si formano dei vortici. Questi producono in scia un getto d'acqua che aumenta notevolmente la spinta, aumentando l'efficienza del nuoto.

Alcuni ingegneri hanno perciò pensato bene di applicare a queste osservazioni il concetto della biomimesi, ossia l'emulazione di strutture e caratteristiche degli esseri viventi per la produzione di oggetti artificiali, a cui dobbiamo per esempio la grande invenzione del velcro. Hanno quindi progettato delle nuove pale per turbine eoliche simili alle pinne bernoccolate delle megattere. Secondo Fish questo nuovo design potrebbe essere usato in futuro anche per le eliche degli elicotteri.