Quest'anno il Mondo, soprattutto quello in via di sviluppo, ha visto imporsi in modo drammatico due emergenze, il cibo e l'energia, con un conseguente aumento dei prezzi degli alimentari fino al 100%. Le cause di questa crisi sono legate all'incremento della popolazione mondiale, ai cambiamenti del mercato, all'urbanizzazione, ai mutamenti nelle diete locali, alla produzione di biocombustibili, all'innalzamento delle temperatiure mondiali e alle siccità in alcune regioni. Secondo alcuni analisti la maggior parte di queste variabili hanno effetto su un altro fattore: la scarsa disponibilità di acqua dolce per uso agricolo.

Come si legge in un comunicato dell'International Water Management Institute, molti paesi stanno affrontando una vera e propria carenza d'acqua, o come risultato di una vera e propria siccità, o per la mancanza di adeguate infrastrutture. La cosa più grave è che questa situazione colpisce principalmente i paesi in via di sviluppo dove vive la maggior parte delle persone denutrite – circa 840 milioni di individui.

Le cause del problema idrico sono pressoché identiche a quelle del cibo. In pratica per ogni caloria che viene prodotta serve circa un litro d'acqua. Questo vuol dire che un occidentale usa circa 2500-3000 litri d'acqua al giorno per mangiare, fatto che desta notevoli preoccupazioni, anche considerando che la popolazione mondiale sta aumentando.

Stando al recente rapporto "Water for Food, Water for Life", stilato dal Comprehensive Assessment of Water Management in Agriculture, che ha visto la collaborazione di 700 scienziati in tutto il mondo, se non ci saranno presto mutamenti radicali nella gestione delle risorse idriche e della resa delle stesse nell'agricoltura, non ci sarà modo di nutrire la popolazione mondiale.

Se compariamo quest'urgenza con quella relativa al riscaldamento globale non possiamo non renderci conto della drammatica differenza di risoluzione temporale dei due problemi: l'emergenza idrica porterà a gravi conseguenze in un periodo molto più breve dei cambiamenti climatici.

Fino a oggi i provvedimenti che sono stati presi a livello modiale, per esempio con i Millennium Goals delle Nazioni Unite nel 2002, si sono focalizzati sull'acqua potabile e su quella a scopi sanitari. Poco si è parlato dell'acqua a scopo agricolo che presto si troverà in competizione con gli altri usi.

Ci sono comunque alcune soluzioni potenziali. Per esempio deve essere migliorato il modo in cui l'acqua viene approvvigionata. Si potrebbero costruire bacini e cisterne più piccole, sistemi sostenibili di uso dell'acqua del sottosuolo che includano un modo per riempirli dopo l'uso, sistemi domestici di raccolta dell'acqua piovana e via dicendo. Il segreto probabilmente sarà l'integrazione fra servizi forniti da grandi infrastrutture e sistemi di approvvigionamento e raccolta a piccola e media scala, oltre che l'uso di piante che necessitano di poca irrigazione e della filiera corta nella distribuzione.

Stime recenti dimostrano che se il trend non cambierà entro i prossimi 25 anni non avremo più acqua a sufficienza per nutrirci.

Per saperne di più su progetti di gestione delle acque urbane, ascolta l'intervista a Carol Howe, responsabile del progetto Switch