Anche gli animali hanno una personalità, che si forma probabilmente in base alle esperienze critiche vissute. È quanto sostiene un recente modello matematico evolutivo
Chiunque abbia a che fare con animali — dagli allevatori a chi possiede un animale domestico — vi dirà che gli animali hanno una personalità. Alcuni sono docili, altri sono capricciosi. Gli animali sono individui che mostrano uno spettro di temperamenti diversi, da quelli agressivi a quelli timidi. Spiegare l’evoluzione della personalità non è facile. Ora sembra che a formare la loro personalità siano le decisioni che gli animali prendono sul modo di vivere la loro vita e su quando riprodursi.
Per verificare questa ipotesi, Max Wolf, del gruppo di biologia teorica dell’Università di Groningen in Olanda, e i suoi colleghi hanno sviluppato un modello evolutivo basato sulle scelte critiche che gli animali devono affrontare nel corso della vita. Per esempio le beccacce di mare devono decidere se trasferirsi in un territorio libero con scarsa disponibilità di cibo e cominciare a riprodursi, opure aspettare che si renda disponibile un territorio migliore. “Ipotizziamo che quelli che rimandano la riproduzione siano meno disposti ad accettare dei rischi, più timidi e meno aggressivi rispetto a quelli che decidono di riprodursi immediatamente,” dichiara Wolf. Questo esempio riguarda gli uccelli, ma tutti gli animali affrontano decisioni simili.
Il modello comprende la scelta sul momento della riproduzione, e cerca di capire come le caratteristiche del comportamento si evolvano attraverso molte generazioni. Nel modello gli individui sono messi di fronte a delle situazioni di rischio da cui possono risultare dei danni, ma dove ci sia anche una possibilità di qualche vantaggio. È una situazione simile al gioco dei falchi e delle colombe, dove un individuo che si comporta in modo aggressivo ha una maggiore possibilità di vincere un conflitto per ottenere una risorsa rispetto a chi si comporta in modo prudente. Tuttavia il rischio di essere uccisi in un combattimento è superiore per i falchi rispetto alle colombe.
Il gruppo ha anche esaminato il modo in cui gli animali si procurano il cibo quando ci sono dei predatori nelle vicinanze. Gli individui più audaci riescono a procurarsi più cibo perché non perdono tempo a nascondersi, ma affrontano il rischio di essere mangiati dai predatori. In altre parole, gli individui che vivono pericolosamente rischiano di morire giovani.
Nel modello sono state introdotti dei gradi differenti di aggressività, audacia e di intensità degli spostamenti. Queste caratteristiche sono correlate alla probabilità di ottenere risorse vitali e di riprodursi (“Nature”, vol 447, p. 581).
“Abbiamo scoperto che l’evoluzione produce personalità diverse,” sostiene Wolf. “Gli individui che hanno più da perdere evolvono verso dei comportamenti più prudenti in situazioni di rischio.” Gli individui che investono molto sulla riproduzione futura sviluppano un livello minore di aggressività e si comportano in modo più prudente. Al contrario, gli individui che danno più importanza alla riproduzione immediata evolvono verso comportamenti più aggressivi e sono più propensi ad affrontare i rischi.
Il modello di Wolf e colleghi è il primo modello matematico che tiene conto di tutti questi parametri per spiegare perché anche negli animali gli individui abbiano personalità differenti.
Judy Stamps dell’Università della California a Davis sostiene che ci sia una relazione tra le esperienze vissute e la personalità (“Ecology Letters”, vol 10, p. 355), tuttavia rileva che il modello di Wolf produce personalità bimodali: gli animali o sono audaci o sono timidi, ma non ci sono gradazioni intermedie. Nella vita reale gli animali non si distinguono in modo così netto. “Gli autori della ricerca dovrebbero ora porre la loro attenzione ai processi che producono uno spettro continuo di comportamenti diversi,” conclude.
Rowan Hooper
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