Negli Stati Uniti si studiano antidolorifici in grado di bloccare i ricettori del dolore solo dove necessario, senza effetti collaterali
Immaginate un antidolorifico che si attiva solo quando raggiunge l'organo da cui proviene il dolore, senza avere effetti collaterali di alcun tipo sul resto del nostro corpo.
Questo è l'obiettivo di un nuovo gruppo di farmaci chiamati pH-dependent, ovvero che si basano su diversi livelli di pH (un indicatore di acidità) del corpo per sapere dove andare a colpire.
Queste nuove medicine hanno la particolarità di agire sui segnali del sistema nervoso che raggiungo il cervello e il midollo spinale, solo ed esclusivamente dove il tessuto ha un livello di acidità minore a causa di un danno o malattia.
Normalmente i tessuti hanno un pH pari a circa il 7,4, ma questa cifra può scendere fino a 7,0 nei tessuti danneggiati, a causa di un minore approvvigionamento di sangue. Questo porta all'accumulazione di elementi che normalmente vengono eliminati dal sangue, come l'anidride carbonica, e a un auemento della respirazione anaerobica, che produce acido lattico.
Le nuove medicine agiscono bloccando i recettori NMDA dell'acido glutammico, che si trovano nelle cellule del cervello e del sistema nervoso centrale e sono implicati in una varietà di funzioni neuronali, tra cui la sensazione del dolore.
In passato alcuni gruppi di medicine, come le ketamine, avevano già come bersaglio i recettori ìNMDA, con lo svantaggio però di provocare effetti collaterali indesiderati, come difficoltà nei movimenti o allucinazioni. Questo avviene perchè le vecchie medicine agiscono anche sui tessuti nervosi sani, dove l'effetto antidolorifico non solo non è necessario, ma può essere dannoso.
"I nuovi farmaci agiscono bloccando i recettori NMDA, che si trovano in moltissime cellule del nostro cervello e sistema nervoso centrale", spiega Ray Dingledine, della Emory University School of Medicine in Atlanta (in Georgia, Stati Uniti), che insieme ai suoi colleghi ha sviluppato un composto chiamato NP-A, ovvero quello che permettere di raggiungere e non lasciare più andare i recettori NMDA, impedendo al glutammato e al relativo neurotrasmettitore NMDA di unirsi.
Una leggera diminuzione del pH può provocare una spinta significativa nella capacità del NP-A di bloccare i recettori. Ad esempio, una diminuzione del pH da 7,6 a 6,9 permette al composto di incrementera la sua efficacia di 62 volte.
"La relazione con il pH spiega perchè l'NP-A si attiva solo dove è necessario", spiega Dingledine, che ha fondato una società chiamata NeurOp per poter sviluppare ulteriormente questo tipo di farmaci. "Si tratta di un antidolorifico che funziona in base al contesto, è un nuovo tipo di strategia che fa uso di questi recettori", conclude.
Il ricercatore ha dimostrato in alcuni esperimenti che i topi soffrono molto meno dolore per una zampa ferita quando vengono trattati con NP-A. Normalmente i topi fuggono quando viene esercitata una pressione maggiore a 15 grammi su una delle loro zampe. Quando la zampa è ferita, la capacità di sopportazione scende a 2 grammi. Quarantacinque minuti dopo una iniezione di NP-A, i topi non allontanavano la zampa ferita finché la pressione non raggiungeva i 12 grammi.
Grazie all'iniezione, nei topi il dolore è sparito per circa 3 ore, e gli animali non hanno mostrato alcune segnale di effetti laterali. I risultati sono stati presentati all'assemblea generale annuale dell'associazione americana Biotechnology Industry Organization in Boston, in Massachusetts, il mese scorso.
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