Ossa di pollo rinvenute in Cile attribuiscono alle antiche popolazioni polinesiane la scoperta del continente americano.
I polinesiani hanno preceduto gli europei nella corsa alle americhe. Almeno secondo un’analisi, basata su ossa di pollo, che sembra non considerare europei i vichinghi.
Lo studio fornisce la prima forte evidenza del fatto che gli antichi polinesiani raggiunsero l’America Latina e, soprattutto, suggerisce che furono loro a introdurre pollame nel continente, dirimendo una diatriba in corso da oltre trent’anni.
Lavorando a El Arenal-1, presso la penisola di Arauco nel Cile centromeridionale, alcuni archeologici cileni hanno trovato quelle che pensavano essere le prime ossa preistoriche di pollo mai disseppellite in America. Per questo hanno chiesto a Elizabeth Matisoo-Smith e colleghi dell’Università di Auckland, in Nuova Zelanda, di fare luce sul caso.
L’equipe neozelandese ha analizzato il Dna presente in 50 ossa di cinque volatili e poi le ha datate col carbonio 14. Le ossa appartenenvano a esemplari presenti sul continente tra il 1321 e il 1407, circa un secolo prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo.
Queste date coincidono con la colonizzazione delle isole più orientali dell’Oceano Pacifico come Pitcairn e l’Isola di Pasqua. Inoltre, comparato il Dna del pollo di El Arenal con quello di esemplari dell’arcipelago polinesiano, i ricercatori hanno individuato una coincidenza perfetta col Dna dei polli delle isole Tonga e delle Samoa nonché un collegamento quasi identico con le galline dell’Isola di Pasqua.
L’isola di Pasqua è la più orientale della Polinesia e per gli esperti può aver fatto da trampolino di lancio per una traversata oceanica fino alle coste del Cile. “Possono aver impiegato due settimane per completare il tragitto – suggerisce Matisoo-Smith -, un periodo coerente con la distanze che i Polinesiani affrontavano a quel tempo”.
Altri ricercatori in passato avevano trovato prove indirette del fatto che i polinesiani avevano preceduto gli europei ma, secondo Matisoo-Smith, “questa è la prima prova concreta e non qualcosa di basato esclusivamente su somiglianze linguistiche o di stile nei manufatti”.
Eppure gli studi fatti sui sudamericani di oggi non hanno rivelato alcun segno di eredità genetiche polinesiane. “Non mi sorprende – ribatte Matisoo-Smith -, gli antichi polinesiani erano grandi esploratori, ma si stanziavano soltanto in luoghi disabitati. Sembra che quando incontravano altri popoli, girassero le prue e tornassero a casa”.
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