Una nuova regione vulcanica è stata identificata grazie a nuove immagini del Pianeta rosso. E, guardando la forma regolare dei coni vulcanici, sembra di poter dedurre che si tratta di una zona geologicamente ancora attiva.
I coni vulcanici scoperti su Marte nella regione intorno al Polo nord fanno pensare che il Pianeta rosso possa essere geologicamente ancora in piena attività. Lo ha affermato al convegno dell'American Astronomical Society Division of Planetary Sciences a Cambridge Gerhard Neukum, della Freie Universität di Berlino, che si è occupato della missione dell'Esa Mars Express.
La High Resolution Stereo Camera (Hrsc), lo strumento di cui Neukum è il responsabile, ha ottenuto immagini che mostrano che i coni vulcanici non presentano segni di crateri dovuti a impatti di meteoriti, a differenza del resto del pianeta. Secondo Neukum, potrebbero essere stati cancellati da recenti eruzioni vulcaniche, lasciando immaginare che i vulcani marziani possano essere ancora attivi. "Potrebbe anche essere l'effetto dell'erosione del vento — ammette Neukum — ma è improbabile: nella zona non si registrano altre caratteristiche spiegabili con il vento".
"Marte è stato sicuramente attivo in tempi relativamente recenti — prosegue Neukum — cioè due o tre miliardi di anni fa, con un picco circa 1.5 miliardi di anni fa. E in alcune zone ho l'impressione che l'attività continui". Non si può sapere invece se e quando ci saranno altre eruzioni: "potrebbe capitare domani o fra un milione di anni". La regione vulcanica riconosciuta da Hrsc occupa un'area di un milione di chilometri quadrati e comprende fra 50 e 100 vulcani alti fra i 300 e i 600 metri e si aggiunge ai vulcani già identificati in altre zone del pianeta, di cui il più famoso è l'Olympus, alto 24 000 metri.
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