La statua frutto del genio di Michelangelo ricavata da un blocco di marmo delle Alpi Apuane è costellato di piccoli buchi.
Il Davide di Michelangelo, una delle più famose sculture al mondo, simbolo della perfezione fisica maschile, è stato realizzato con marmo di qualità scadente. Lo ha rivelato uno studio italiano dell'equipe di Donato Attanasio, dell'Istituto di Struttura della Materia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. In un articolo pubblicato sulla rivista "Journal of Archaeological Sciences" Attanasio spiega di aver preso in esame i frammenti del secondo piede sinistro, resti dell'atto vandalico che danneggiò la statua nel 1991. Li ha quindi sottoposti ad analisi spettroscopiche, isotopiche e petrografiche, che hanno rivelato la bassa qualità del marmo, risultato costellato di buchi microscopici.
Sembra infatti che il blocco di marmo, prima di arrivare a Michelangelo, fosse stato scartato da altri scultori e che lo stesso geniale artista lo abbia scelto perché fino ad allora inutilizzato. Una delle caratteristiche della pietra è di essere di grana fine, cosa che ha consentito di risalire anche al luogo preciso dove il blocco di marmo è stato ricavato. Le analisi hanno dimostrato che si tratta di marmo di Carrara, molto probabilmente proveniente dal sito di Fantiscritti, situato lungo i pendii delle Alpi Apuane. Questo emerge dal confronto con altri tipi di marmo, in particolare quello turco di Afion e Altintas e quello greco dei Monti Imetto e Pentelico. Inoltre, lo studio sembra sconfessare una precedente ipotesi, che aveva individuato nella cava di Seravezza (sempre sulle Alpi Apuane) l'origine del grande blocco marmoreo.
I dati della ricerca saranno comunque fondamentali per futuri lavori di conservazione e di restauro. "Le condizioni del Davide sono attentamente controllate", ha dichiarato Attanasio. A dispetto della qualità del marmo, il capolavoro non è quindi in pericolo.
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