Il meteorite che conterrebbe secondo alcune analisi microfossili di batteri marziani proviene dalla Eos Chasma.
Le sonde Mars Global Surveyor e Mars Odissey hanno individuato su Marte il cratere da cui si sarebbe staccato il meteorite ALH84001, famoso per contenere, secondo alcuni scienziati, resti fossili di microorganismi del pianeta rosso. Il meteorite si sarebbe staccato dalla superficie marziana circa 17 milioni di anni fa a seguito di un impatto di un asteroide. Dopo un viaggio nello spazio è caduto sulla Terra in Antartide. Il cratere è stato individuato da Vicky Hamilton della University of Hawaii, che ha presentato le conclusioni delle sue ricerche al congresso annuale della Meteoritical Society nel Tennessee.
Per individuare il cratere la studiosa ha cercato di incrociare i dati ottenuti dall'analisi dello spettro del meteorite con quelli ottenuti dall'analisi dello spettro dei crateri esaminati dagli strumenti a bordo delle due sonde. La roccia, un miscuglio di ortopiroxene e minerali basaltici, a quanto pare può provenire unicamente da un sito nella Eos Chasma, un ramo di quell'enorme canyon chiamato Valles Marineris.
L'area presa in esame ha le tipiche caratteristiche di una zona ricca di fluidi colpita da un grosso meteorite o da un asteroide. L'elemento più interessante sono le tracce di un grande cratere di circa 20 chilometri di diametro provocato da un corpo abbastanza grande da spedire al di là dell'orbita marziana un pezzetto della superficie del pianeta. Gli esperti comunque ammettono che la certezza non c'è nell'identificazione del sito. Potrebbero infatti esserci altre regioni marziane che rispondono ai requisiti ma che non sono state ancora individuate ed esplorate dalle sonde.
Anche l'Alaska sta vivendo le estati più calde degli ultimi secoli e la primavera arriva sempre prima. Conseguenza, ma anche causa, è lo spostamento della vegetazione sempre più a nord.
Lo dice una ricerca svizzera presentata al congresso sulla peer review e le riviste biomediche. Molte le spiegazioni di questo meccanismo, tra cui anche, ovviamente, la lusinga.
Un gruppo di ricercatori tedeschi ha messo a punto un software capace di ricostruire la storia dei popoli utilizzando il confronto tra le strutture grammaticali delle lingue parlate.
Prende di nuovo piede l'ipotesi che l'Homo floresiensis sia una colossale cantonata. In realtà, afferma una scienziata britannica, potrebbe essere stato un sapiens microcefalo.
Se gli scienziati non trovano un accordo per attribuire la qualifica di pianeta a Plutone, forse il problema è nella parola pianeta. Ed ecco che qualcuno propone di cambiarla.
La rivista "Nature" riporta una lunga diatriba sull'origine genetica dei croati e la storia rivista dal punto di vista scientifico.
È il segno della gigantesca esplosione di una stella lontana più di 12 miliardi di anni luce.
Resti di foraminiferi trovati a Cuba consentono di datare con precisione l'evento che pose fine al dominio dei grandi rettili sul pianeta.
Un nuovo passaggio ravvicinato della sonda Cassini potrebbe aver svelato la presenza di una superficie liquida sul satellite di Saturno.
Il piccolo uccello delle foreste dell'Ecuador ha il canto più complesso del mondo animale.
Uno studio comparso su "Science" evidenzia un aumento di intensità degli uragani su tutti gli oceani del mondo, ma non della loro frequenza.
Studiosi francesi cercano di svelare il mistero delle dune "cantanti".
Si riapre la sfida all'esplorazione delle profondità oceaniche con una corsa alla costruzione di un super sottomarino.
La statua frutto del genio di Michelangelo ricavata da un blocco di marmo delle Alpi Apuane è costellato di piccoli buchi.
Modelli matematici evidenziano che il modo con cui l'uomo cammina è particolarmente efficiente.
Un nuova forma di fungo comparsa nel 1999 rischia di annientare il 10% dello stock mondiale.
Uno studio su "Science" dimostra che le emissioni di metano causate dalle attività umane sono più antiche della rivoluzione industriale.
Una nuova analogia tra il satellite di Saturno e la Terra scoperta dalla sonda Cassini.
Il collasso della stella attorno alla quale orbita non significa che i pianeti saranno distrutti completamente.
Due studi su "Science" evidenziano mutazioni al cervello molto recenti legate a grandi avanzamenti culturali dell'umanità.
Un editoriale su Nature.com fa una rassegna di tutti gli errori all'origine del disastro della metropoli americana.