Resti di foraminiferi trovati a Cuba consentono di datare con precisione l'evento che pose fine al dominio dei grandi rettili sul pianeta.
Un fossile scoperto a Cuba conferma la teoria secondo la quale fu un meteorite che alla fine del Cretaceo provocò l'estinzione in massa dei dinosauri, lasciando il campo aperto ai mammiferi. Il ritrovamento, a opera di ricercatori cubani, spagnoli e messicani, è stato pubblicato sulla rivista "Geology", e consente di datare con precisione il meteorite che cadde 65 milioni di anni fa in Messico, a circa 1000 chilometri di distanza dall'isola caraibica, dove è stato trovato il fossile.
L'impatto sollevò polveri e rocce in tutto il mondo e oscurò il Sole, causando la scomparsa in un brevissimo arco di tempo di tutti i dinosauri e di numerose altre specie animali e vegetali. Il cratere di quasi due chilometri, vicino alla cittadina di Chicxulub, nello Yucatán, è stato considerato per oltre 10 anni la prova decisiva di questa teoria. Ultimamente, però, alcuni studiosi avevano avanzato l'ipotesi che il cratere fosse più antico di 300.000 anni: troppo presto per provocare l'estinzione di massa.
Ora la nuova scoperta sembra risolvere il problema: i fossili trovati a Cuba riportano le tracce del marasma provocato dal meteorite, come per esempio i quarzi deformati dall'alta temperatura e dalla pressione. E la datazione dei fossili ha confermato con precisione il momento dell'impatto: 65 milioni di anni fa, proprio la data dell'estinzione di massa. Infatti le analisi al microscopio hanno rivelato la presenza di minuscoli organismi fossili, soprattutto foraminiferi, che hanno uno sviluppo talmente rapido da permettere a geologi e paleontologi di calcolare con precisione la loro età. Laia Alegret, geologa dell'Università di Saragozza, spiega che in questo modo è stata definitivamente confermata l'età di questi depositi.
I ricercatori hannp affrontato difficoltà di ogni genere prima di raggiungere il loro obiettivo. Fra l'altro, i reperti sono stati scoperti vicino a Santa Clara, una città nel cuore dell'isola, e la presenza di una base militare nelle vicinanze ha creato problemi agli scienziati per ottenere i permessi necessari.
La scoperta si deve al telescopio spaziale Hubble e potrebbe rivoluzionare le teorie sulla formazione di questi oggetti celesti.
Le condotte usate per scaricare l'anidride carbonica in eccesso nei laghi del Camerun non sono sufficienti a evitare una nuova tragedia.
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Un gruppo di ricercatori tedeschi ha messo a punto un software capace di ricostruire la storia dei popoli utilizzando il confronto tra le strutture grammaticali delle lingue parlate.
Prende di nuovo piede l'ipotesi che l'Homo floresiensis sia una colossale cantonata. In realtà, afferma una scienziata britannica, potrebbe essere stato un sapiens microcefalo.
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Studiosi francesi cercano di svelare il mistero delle dune "cantanti".
Si riapre la sfida all'esplorazione delle profondità oceaniche con una corsa alla costruzione di un super sottomarino.
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Modelli matematici evidenziano che il modo con cui l'uomo cammina è particolarmente efficiente.