Grazie a delle speciali etichette elettroniche, gli squali balena del Belize sono stati studiati per capire meglio le loro abitudini e per proteggerli con maggiore efficacia.
Grazie a nuove tecniche elettroniche è stato possibile studiare il comportamento dello squalo balena, il più grande pesce esistente, e capire come e dove si procura il cibo. Alcuni ricercatori della Wildlife Conservation Society e dell'Università di York hanno infatti monitorato gli squali per mezzo di etichette elettroniche: dispositivi che registrano la temperatura, la pressione e la luminosità. Le etichette sono programmate per staccarsi dagli squali dopo un certo periodo, tornare alla superficie e inviare i dati sotto forma di e-mail via satellite. Così gli scienziati possono seguire gli squali in cerca di cibo fino a un chilometro di profondità e osservare come seguono i branchi di pesci per mangiarne le uova. I loro risultati sono pubblicati da Rachel T. Graham sulla rivista "Interface" della Royal Society.
Gli squali balena possono arrivare a misurare fino a 20 metri di lunghezza, ma non costituiscono un pericolo né per gli uomini né per gli altri pesci, visto che si nutrono di uova e plancton. Sono considerati a rischio di estinzione, anche a causa della lentezza dei movimenti che li rende facili bersagli per gli arpioni. "Il nostro studio dimostra che gli squali si immergono in cerca di cibo molto più in profondità di quanto si credesse, anche più di 1000 metri", spiega Rachel Graham, della Wildlife Conservation Society. La bassa temperatura dell'acqua a quella profondità spiegherebbe perché gli squali dei mari tropicali hanno uno strato di grasso protettivo sotto la pelle. Un'altra novità riguarda i tempi e i modi delle immersioni degli squali. I ricercatori hanno dimostrato che le immersioni avvengono normalmente di giorno, mentre la notte, quando fa più freddo, gli squali restano di solito nelle acque poco profonde, cibandosi di plancton.
È la prima volta che si getta uno sguardo approfondito sul mondo dello squalo balena, e i ricercatori pensano che queste scoperte contribuiranno a far crescere il turismo intorno agli squali senza danneggiarli. Infatti, se da un lato il loro commercio è regolato dalla convenzione internazionale sulle specie in pericolo, dall'altro gli squali stanno rivelando, in alcune aree come il Belize, una nuova fonte di ricchezza: il turismo, appunto.
"La conoscenza del loro comportamento in fatto di immersioni ci può aiutare a studiare misure di protezione adeguate — commenta Rachel Graham — per esempio, ora sappiamo che seguire i pesci che depongono le uova è tanto importante da fargli cambiare le abitudini, e quindi proteggere l'habitat dove trovano le uova è cruciale per proteggere gli squali".
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