Un libro inglese ipotizza che la patria dell'eroe omerico fosse un'isola al largo di Cefalonia, poi divenuta una penisola.
L'Itaca cantata da Omero come patria di Ulisse sarebbe una penisola dell'odierna isola di Cefalonia. Un tempo questa penisola, oggi chiamata Paliki, era un'isola, ma frane, smottamenti e terremoti l'hanno unita a Cefalonia.
La tesi è sostenuta dall'archeologo dilettante Robert Bittlestone affiancato nella scrittura di un libro da una coppia di accademici, il grecista James Diggl dell'Università di Cambridge e l'esperto di stratigrafia John Underhill dell'Università di Edimburgo.
Nel loro libro intitolato "Odysseus Unbound -- The Search for Homer's Ithaca", spiegano che l'odierna Itaca, un'isoletta al largo delle coste orientali di Cefalonia ha poco a che vedere con quella descritta da Omero. Primo, il suo paesaggio non combacia con quello dell'Odissea (cosa spiegata spesso con errori descrittivi da parte del poeta). Secondo, non è rivolta a occidente, come Omero stesso spiega in un suo verso.
Underhill inoltre sostiene che la penisola emerse dal mare in seguito ad attività sismica e che poi una serie di frane crearono uno stretto ponte di collegamento con il resto dell'isola. Si deve però ancora esaminare e datare i sedimenti, prima di avere una conferma definitiva a questa teoria. Se risultasse che questi sono più vecchi di 3000 anni (più o meno il periodo cantato da Omero), allora questo significherebbe che la zona non era sommersa e l'intera teoria si dimostrerebbe completamente falsa.
Sulla reale posizione di Itaca omerica rimane dunque ancora il mistero. Del resto l'odierna Itaca era già stata criticata come patria di Ulisse da altri studiosi, che avevano avanzato la proposta che fosse Leucade, un'isola a Nord di Cefalonia o la stessa Cefalonia. Fino a oggi inoltre, gli scavi condotti su Itaca non hanno portato alla scoperta di un palazzo miceneo come quelli di Micene, cosa che rende poco probabile il fatto che fosse stata la patria di un re importante come Ulisse. Anche se una iscrizione trovata in una grotta evidenzia come esistesse il culto di un eroe locale chiamato appunto come quello omerico.
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