Un gruppo di ricercatori tedeschi ha messo a punto un software capace di ricostruire la storia dei popoli utilizzando il confronto tra le strutture grammaticali delle lingue parlate.
Le nostre origini? Cerchiamole nella grammatica. Lo suggerisce Michael Dunn, che con altri ricercatori del Max Planck Institute per la psicolinguistica, ha pubblicato su "Science" (vol 309 pp 2072-2075) un articolo in cui confronta le grammatiche delle lingue del mondo per ricostruire la storia delle migrazioni umane.
Da tempo gli scienziati cercano di ricostruire le migrazioni dei popoli e le relazioni di parentela fra i vari gruppi umani. Molti studi si sono concentrati sul linguaggio: se i vocaboli di due lingue si somigliano significa che le persone che le parlano hanno una storia più o meno lunga in comune. Ma il vocabolario di una lingua si trasforma rapidamente, al punto che non è possibile risalire nel tempo all'infinito: il limite è di diecimila anni, dopodiché le lingue hanno poche parole in comune, o anche nessuna. L'idea di Dunn è stata quindi quella di considerare le grammatiche, considerando che le strutture linguistiche si modifichino in tempi molto più lunghi.
La prima analisi dei linguisti tedeschi si è concentrata sulle lingue parlate in Melanesia, un gruppo di isole del Sud Pacifico che comprende anche la Papua Nuova Guinea. Queste isole sono abitate da 35 000 anni, quindi le 23 lingue parlate hanno, al massimo, pochi vocaboli in comune. Per ricostruire l'albero linguistico, che mostra le relazioni fra le lingue e i popoli che le parlano, gli scienziati hanno preso in esame l'ordine dei nomi e dei verbi all'interno di una frase, oppure il genere dei sostantivi. Tutti i dati sono stati poi inseriti in un computer, che ha ricostruito l'albero linguistico più probabile. I risultati dell'albero della Melanesia hanno rivelato, tra le altre cose, che i popoli delle Isole Salomone e dell'isola di Bougainville hanno una storia comune: forse provengono dallo stesso luogo sulla terraferma, ma poi sono sbarcati su isole diverse.
Per vedere se il metodo funziona davvero, lo stesso studio sulla grammatica è stato fatto anche sulle lingue austronesiane (Filippine, Indonesia e Sudest Asiatico) ed è stato confrontato con i precedenti studi sui vocaboli: i risultati sono pressoché corrispondenti. Ma nei prossimi mesi la validità del metodo verrà messa nuovamente alla prova. Nel mirino degli scienziati ci sono le più antiche lingue dell'Amazzonia.
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