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Creata la prima molecola di positronio

L'elemento è formato da materia e antimateria potrebbe ed è simile all'idrogeno.

Alcuni fisici americani forse sono riusciti a creare la prima molecola composta da atomi a loro volta fatti sia di materia che di antimateria. La molecola è composta da due atomi di positronio, una specie di parente stretto dell'idrogeno.

Se nell'idrogeno infatti il nucleo è composto da un protone attorno al quale ruota un elettrone, nel positronio invece il nucleo è composto da un positrone che è la versione nel mondo dell'antimateria dell'elettrone. Un positrone ha la stessa carica elettrica di un protone ma la massa di un elettrone, cosa che rende il positronio un atomo particolarmente leggero. Gli scienziati hanno sempre pensato che come era possibile combinare assieme due atomi di idrogeno creando un molecola, così era possibile farlo anche con due atomi di positronio. Fino a oggi però non ci erano riusciti anche perché è particolarmente instabile e la sua vita ha una durata brevissima: materia e antimateria infatti si annichilano producendo una fiammata di energia.

Ora i ricercatori dell'University of California di Riverside coordinati da Allen Mills spiegano in un articolo pubblicato sulla rivista "Physical Review Letters" (vol. 95 2005) di avere individuato alcuni segni che indicherebbero la formazione della molecola.
Per ottenerla Mills ha sparato un fascio di positroni emessi dal decadimento di sodio radioattivo su un bersaglio di vetro bucherellato. Nella collisione, alcuni positroni avrebbero raccolto un elettrone creando il positronio. Questi atomi si sarebbero accumulati all'interno delle porosità del vetro fino a raggiungere una densità sufficiente a formare molecole di positronio.

I ricercatori a questo punto hanno misurato le emissioni di raggi gamma generate dall'annichilazione del positronio. Teoricamente queste emissioni sarebbero dovute essere più alte dal vetro che da un singolo atomo di positronio, perché in uno spazio confinato come il vetro materia e antimateria avrebbero dovuto autodistruggersi con più frequenza. Dall'analisi però è emerso che l'intesità dei raggi gamma dal vetro era ancora maggiore di quanto previsto, cosa spiegabile con la formazione delle tanto cercate molecole.

Ci sono però anche altre spiegazioni possibili. Ad esempio l'intensità potrebbe dipendere dalla comprensione del gas di positronio all'interno di piccole fenditure nel vetro. I ricercatori sperano comunque di scoprirlo nei prossimi esperimenti.

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