Sahel e Africa australe saranno colpite da siccità sempre più forti.
Il Sahel diventerà molto più secco nei prossimi anni a causa del riscaldamento climatico. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences" e presentato alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima in corso in questi giorni a Montreal. Secondo lo studio, realizzato da Isaac Held della National Oceanographic and Atmospheric Administration (NOAA), "anche confrontando la situazione del Sahel con quella estremamente arida degli anni Settanta e Ottanta, la regione diventerà sempre più secca verso la fine del XXI secolo, con una riduzione delle precipitazioni in media del 30% rispetto all'ultimo secolo".
Provata dalla siccità degli anni Settanta e Ottanta, la regione ha avuto un aumento delle precipitazioni negli anni Novanta, ma il livello è ancora al di sotto rispetto a quello pre anni Settanta. Ma oltre al Sahel, a essere a rischio è anche l'Africa australe.
Un altro studio della NOAA, questa volta condotto da Marty Hoerling, prevede infatti un futuro arido per la regione. "Tra il 1950 e il 1999, c'è stato una diminuzione del 20% delle piogge estive sulla regione", dice Hoerling, che spiega come i modelli al computer indichino che la siccità aumenterà spostandosi sempre più verso sud.
Lo studio avanza anche l'ipotesi che a regolare le precipitazioni sull'Africa australe sia più l'Oceano Indiano che quello Atlantico. In questo caso, l'aumento della temperatura dell'Oceano Indiano potrebbe ridurre le precipitazioni sull'Africa, più di quanto venga determinato dalla differenza di temperatura tra le acque dell'Atlantico settentrionale e meriodionale, che fino a oggi sembra giocare un ruolo fondamentale.
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