Il miglior amico dell'uomo ha circa 2 milioni e mezzo di differenze genetiche che poi determinano le varie razze canine.
Anche il cane, il miglior amico dell'uomo, ha finalmente ottenuto il sequenziamento del suo DNA. I risultati sono pubblicati sulla rivista Nature (Vol. 438, numero 7069) e mostrano alcuni elementi interessanti. Anzitutto, i ricercatori appartenenti a un gruppo internazionale coordinato dal Broad Institute del MIT e della Harvard University hanno specificato l'individuazione di 2 milioni e mezzo di differenze genetiche che danno conto delle varie razze canine.
Poi hanno anche dimostrato che gli esseri umani condividono buona parte del loro DNA più antico con i cani, piuttosto che con i topi, un altro mammifero a essere stato sequenziato. Da qui la speranza che le informazioni genetiche ottenute possano essere usate per una migliore comprensione anche di molte malattie umane.
In particolare, i cani sono colpiti da disturbi simili ai nostri: malattie cardiache, cancro, cecità, epilessia, sordità, tutti disturbi che in qualche modo affondano le loro radici nel patrimonio genetico. Gli scienziati pensano che sia più facile scoprire le loro cause genetiche studiando la mappa del genoma canino, trovando i geni coinvolti e da qui risalendo a quelli umani.
Inoltre, il confronto tra uomo e cane ha mostrato che circa il 5 per cento del genoma umano è rimasto inalterato nel corso dell'evoluzione biologica degli ultimi 100 milioni di anni e potrebbe nascondere delle importanti funzioni biologiche. In particolare si è visto che questa percentuale si concentra attorno a una piccola frazione dei geni che codificano proteine cruciali coinvolte nello sviluppo fisiologico. Questo potrebbe significare che una manciata di geni svolga una funzione di controllo più complicata di quella prevista fino a oggi.
è il primo gene che abbia un preciso riferimento a una caratteristica etnica.
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