Il ciclo emerge da un database che contiene tutti i fossili marini mai scoperti, ma non convince tutti gli esperti.
La vita sottomarina aumenta e diminuisce con una certa regolarità. Anzi ci sono due cicli uno di 62 milioni di anni e uno di 140 milioni di anni. A scoprirlo due ricercatori dell'Università di Berkeley in California che hanno pubblicato un articolo sulla rivista "Nature".
Secondo i due scienziati, ogni 62 milioni di anni c'è una crescita e un declino della vita marina piuttosto intenso, mentre ogni 140 milioni le oscillazioni risultano più deboli per quanto avvertibili. Il problema è che non c'è alcun tipo di spiegazione a questo ciclo, anche se quello di 62 milioni di anni sembra coincidere in una qualche misura con alcune delle più grandi estinzioni registrate fino a oggi.
Tra le cause proposte per spiegare questa regolarità la caduta di asteroidi o comete, fluttuazioni dei livelli marini, eruzioni vulcaniche, cambiamenti climatici e anche la formazione di bolle di gas e magma dal centro della Terra. Nessuna di queste però risulta essere perfettamente adeguata a spiegare la regolarità del ciclo.
I due ricercatori hanno iniziato il loro studio dal compendio Sepkoski, un database che contiene i dati di ogni fossile marino mai trovato fino a oggi. Poi hanno correlato i fossili con la data di comparsa e di scomparsa di ogni specie sulla base di una cronologia fissata dalla Commission on Stratigraphy nel 2004.
"Abbiamo messo insieme — spiegano — i migliori dati sui fossili con la migliore cronologia disponibile e abbiamo ottenuto questo ciclo". Non tutti gli scienziati sono però convinti dell'accuratezza statistica del lavoro: le fluttuazioni dei fossili evidenziate dai due ricercatori californiani potrebbero dipendere più che altro da fluttuazioni dei livelli marini, visto che l'abbondanza di fossili conservati sul fondo è minore quando il livello medio del mare è più basso.
Però Rohde e Muller non sono riusciti a trovare alcuna concordanza tra le fluttuazioni del livello dei mari e il ciclo di 62 milioni di anni. Quindi il mistero persiste.
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