Aumenta il fitoplancton nei mari di tutto il mondo: a essere interessate da questo fenomeno in particolare le acque costiere.
La progressiva riduzione del fitoplancton, la vita vegetale degli oceani, osservata qualche anno fa, si è ha invertito la tendenza. Lo rivela uno studio della NASA pubblicato sulla rivista "Geophysical Research Letters".
L'autore della ricerca, Watson Gregg, aveva scoperto che tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta il fitoplancton negli oceani si era ridotto del 6%. Ora i nuovi dati, relativi al periodo 1998-2003 raccolti grazie ai satelliti, dimostrano che c'è stata una ripresa in media del 4%. Questa ripresa è concentrata soprattutto lungo le coste, dove l'acqua vista dai satelliti appare più verde, mentre è molto meno evidente in mare aperto. Anzi, in alcune regioni, i cosiddetti "deserti oceanici", il livello di fitoplancton si è ulteriormente ridotto e le acque appaiono di un blu profondo.
"I deserti oceanici stanno diventando sempre più blu, mentre le coste sono sempre più verdi", spiega Gregg, che ritiene che ci sia in corso un qualche cambiamento importante nella biologia degli oceani. In particolare i dati dimostrano che il fitoplancton è aumentato del 10,4% nelle zone costiere, dove la profondità delle acque è inferiore ai 200 metri, soprattutto lungo la piattaforma continentale della Patagonia, il Mare di Bering, le coste del Pacifico Orientale, dell'Africa Sudoccidentale e nei pressi della Somalia.
Nei deserti oceanici, invece, la presenza del fitoplancton sembra essere strettamente collegata alle temperature marine e al vento. Maggiore è la presenza dei venti più le acque di profondità fredde e povere di vita si mescolano con quelle più calde di superficie, aumentando la produzione di fitoplancton e riducendo la temperatura alla superficie. Il fitoplancton svolge una funzione essenziale: produce circa la metà dell'ossigeno prodotto sulla Terra, contribuisce all'assorbimento dell'anidride carbonica in eccesso e serve da base per la catena alimentare degli oceani.
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