L'esame della luce delle quasar sembra indicare che nel corso del tempo il valore della costante di struttura fine è cambiata.
Una delle costanti fondamentali dell'Universo forse non è una costante. Lo sostiene una ricerca condotta da Michael Murphy dell'Università di Cambridge presentata nei giorni scorsi alla conferenza Physics2005 tenutasi nella città inglese di Warwick. La costante in questione è alfa o costante di struttura fine, il cui valore è determinato da una combinazione di tre diverse costanti (la costante di Planck, la velocità della luce e la carica elettrica dell'elettrone) e ha un valore numerico pari a 1/137. Alfa è il cuore dell'elettromagnetismo, la teoria che spiega l'interazione tra materia e luce e se dovesse non essere più fissa potrebbero cambiare completamente anche altri parametri considerati costanti, come la velocità della luce, mettendo in dubbio la stessa relatività einsteniana.
Il dibattito sul valore di alfa è iniziato nel 2001, quando lo stesso Murphy analizzò la luce emessa da alcuni quasar. Murphy scoprì che le linee corrispondenti agli elementi nello spettro della luce avevano un leggero spostamento. Dal momento che la luce aveva viaggiato per milioni di anni e che è alfa a determinare la posizione delle linee nello spettro, pensò che lo spostamento fosse dovuto a un aumento di circa lo 0,001% del suo valore dal big bang a oggi.
Un altro team di fisici però mise in discussione questa teoria non trovando in successive analisi alcuna prova di questo spostamento. Ora Murphy è tornato alla carica e usando uno dei telescopi ottici più potenti al mondo, il Keck delle Hawaii, ha analizzato la luce di altre 143 quasar e ha ritrovato lo stesso risultato. I dati sono in attesa della conferma definitiva, ma comunque avvalorano un'ipotesi avanzata fin dagli anni Trenta e cioè che nel corso del tempo il valore delle costanti fondamentali sia cambiato.
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