I primi bovini geneticamente modificati con un gene di un batterio sono frutto di una ricerca americana.
Ricercatori americani sono riusciti a creare le prime cinque mucche geneticamente modificate resistenti alla mastite. Lo rivela un articolo pubblicato sulla rivista "Nature Biotechnology". La mastite, un'infezione delle ghiandole mammarie delle vacche, causa ogni anno perdite per miliardi di dollari all'industria dei prodotti caseari. Si tratta di una infezione batterica che causa un'infiammazione e una riduzione nella produzione di latte. Solo negli USA, causa danni per due miliardi di dollari e per 200 milioni in Gran Bretagna.Uno dei batteri che causa la mastite, lo Staphylococcus aureus, è inoltre resistente agli antibiotici: solo nel 15% dei casi i farmaci risultano utili.
Per risolvere questo problema, gli scienziati sono ricorsi all'ingegneria genetica, introducendo nel DNA di una mucca di Jersey un gene ottenuto dal batterio S. simulans. In questo modo la vacca produce una proteina in grado di uccidere l'S. aureus. È la prima volta che i ricercatori hanno realizzato delle vacche transgeniche. Fino a oggi c'erano stati tentativi simili, ma con altri animali come i polli.
"La mastite — spiega Robert Wall del Dipartimento dell'Agricoltura americano che ha partecipato all'esperimento — rappresentava un bersaglio ideale perché i tentativi di selezionare mucche resistenti alla malattia con le normali tecniche di incrocio razziale non aveva dato risultati significativi". In totale Wall e i suoi colleghi hanno creato cinque mucche transgeniche, tre delle quali hanno mostrato una significativa resistenza all'infezione allo S. aureus rispetto ad altre mucche non transgeniche.
Delle ghiandole mammarie contaminate con i batteri della mastite, solo il 14% si sono infettate nelle mucche transgeniche, contro il 71% degli altri animali del gruppo di controllo. Secondo i ricercatori inoltre, la proteina in più, prodotto dalle mucche non rappresenta un pericolo per il consumo umano.
L'esame della luce delle quasar sembra indicare che nel corso del tempo il valore della costante di struttura fine è cambiata.
La missione XSS-11 dell'Air Force americana vuole dimostrare la capacità della sonda di avvicinarsi ai satelliti in orbita.
Il settimo programma quadro prevede investimenti per 67 miliardi di euro in sette anni.
America e Europa stanno preparando la nuova generazione di telescopi ottici terrestri, con una risoluzione maggiore di Hubble.
La popolazione del vecchio continente crescerà fino al 2025 grazie agli immigrati: poi scenderà fino al 2050.
L'ESA vuole far scendere alcune sonde sulla superficie marziana entro il 2013.
Quattrocentocinquanta milioni di anni fa una potente esplosione spaziale avrebbe dato il via alla grande estinzione dell'Ordoviciano.
La ricostruzione al computer del suo cranio sembra dimostrare che si tratti dell'ominide più antico mai scoperto fino a oggi.
Un ingegnere australiano ha progettato centrali eoliche in grado di sfruttare una fonte di energia perenne: i venti della troposfera.
Il poeta fiorentino anticipò gli studi di Galileo e anche quelli di Einstein?
I calcoli di astronomi inglesi svelano che nei sistemi planetari scoperti fino a oggi potrebbero esistere pianeti rocciosi.
I fertilizzanti chimici portati dalle acque del Mississippi creano bolle anossiche nelle acque del Golfo del Messico.
Coperta di diamante, la retina artificiale è protetta dal liquido che copre l'occhio.
La Banca Mondiale ha disegnato una mappa particolareggiata dei paesi nei quali è più alto il rischio di disastri naturali.
Il gas a effetto serra continua ad accumularsi nell'atmosfera, anche se a ritmi più lenti.
Uno studio di due agenzie specializzate delle Nazioni Unite lancia l'allarme: stiamo sfruttando troppo le risorse terrestri.
L'età stimata fino a oggi sulla base dei crateri di impatto potrebbe essere sbagliata: molti crateri infatti sarebbero stati calcolati male.
Onde d'urto causate da scontri tra protogalassie potrebbero aver originato le prime stelle.