La missione XSS-11 dell'Air Force americana vuole dimostrare la capacità della sonda di avvicinarsi ai satelliti in orbita.
L'Air Force americana ha lanciato un satellite sperimentale che dovrebbe dimostrare la capacità di riparare i satelliti in orbita in modo del tutto autonomo. Chiamato XSS-11 è stato lanciato dalla base aerea di Vanderberg in California lunedì 11 aprile su un missile Minotaur.
"Nessuno ha mai fatto questo nello spazio", dice Vernon Baker, il direttore del programma della Air Force. La possibilità di riparare direttamente i satelliti in orbita potrebbe abbassare in modo significativo il costo dello sviluppo e del lancio. La missione consisterà nell'approccio a satelliti americani ormai fuori uso o a vecchi stadi di missili rimasti in orbita. In ogni rendezvous, l'XSS-11 accenderà i propri motori e si muoverà attorno all'oggetto, scattando una serie di fotografie.
Normalmente il controllo a terra programma il satellite in modo che sappia quando accendere i motori. Ma una volta diventato operativo l'XSS-11 sarà programmato invece solo con le coordinate del satellite da raggiungere, poi lo farà in modo del tutto autonomo grazie al computer di bordo.
Nel corso della sperimentazione in orbita, l'XSS-11 cercherà di avvicinarsi a otto oggetti, il primo dei quali sarà l'ultimo stadio dello stesso missile che l'avrà mandato in orbita. L'obiettivo dell'Air Force nel lungo periodo è avere un robot in grado controllare i satelliti militari nello spazio. Alcuni analisti hanno anche ipotizzato che la missione potrebbe avere come obiettivo la sperimentazione di un'arma antisatellite, ma l'Air Force ha negato questa ipotesi.
Il prossimo 15 aprile poi partirà la missione DART della NASA, un'altra dimostrazione di satelliti automatici. Costerà 110 milioni di dollari, contro i soli 80 del satellite militare. Neanche da paragonare la durata delle missioni: quella militare dai 12 ai 18 mesi, quella della NASA solo 24 ore.
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