Fallisce il tentativo di sperimentare un satellite in grado di avvicinarsi autonomamente ad altri satelliti, nonostante l'alto costo della missione.
La missione spaziale della NASA, DART, è stata un parziale fallimento. Lo ammette la stessa agenzia spaziale americana che sottolinea come la sonda abbia deciso autonomamente di interrompere la sua missione. DART (un acronimo per Demonstration of Autonomous Rendezvous Technology) è un satellite che dovrebbe riuscire ad avvicinarsi ad altri satelliti in orbita in modo autonomo, senza alcun intervento di controllo a Terra. In questo modo si aprirebbe la possibilità di riparare i satelliti danneggiati direttamente in orbita, con un grande risparmio di denaro.
La sonda si sarebbe dovuta avvicinare a un satellite militare americano per le telecomunicazioni, MUBLCOM, e grazie a una serie di manovre preprogrammate si sarebbe dovuta accostare a meno di cinque metri di distanza. Poi si sarebbe allontanata, avvicinata nuovamente, e infine si sarebbe inserita in un'orbita che l'avrebbe portata a distruggersi a contatto con l'atmosfera.
Avvicinatasi a circa 92 metri dal satellite, DART invece ha annullato tutta la fase di avvicinamento una volta iniziata a causa di un problema di carburante. Secondo il cervello elettronico della sonda, non c'era abbastanza propellente per compiere le manovre di avvicinamento con la precisione richiesta.
A quanto pare il problema dipende da un sensore che ha indicato che tutti e 30 i chilogrammi di idrogeno per l'avvicinamento erano stati completamente consumati. Secondo gli strumenti, non ci sono state perdite, però la missione ha avuto una serie di errori di navigazione che potrebbero aver esaurito il carburante prima del previsto. Si tratta di uno smacco per l'agenzia spaziale americana che aveva speso per la missione circa 110 milioni di dollari.
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