Tecniche usate per le immagini dei satelliti svelano opere perdute di grandi autori greci.
Ricercatori dell'Università di Oxford hanno annunciato di essere riusciti a interpretare un pezzo del papiro di Ossirinco, riuscendo a scoprire classici della tradizione letteraria greca finora considerati perduti.
Il papiro di Ossirinco (circa 400 000 frammenti conservati in una biblioteca di Oxford) fu scoperto oltre un secolo fa in un'antica discarica nei pressi di Ossirinco, nell'Egitto centrale, ma a parte qualche piccola parte, è stato considerato fino a oggi intraducibile a causa dei danni provocati dal tempo e dal decadimento del papiro. Oggi, però, grazie a una tecnica di analisi mutuata da quelle usate per interpretare le immagini scattate dai satelliti, gli archeologi ritengono di aver scoperto un vero e proprio tesoro letterario.
Nel papiro sarebbero conservati scritti di Esiodo, Sofocle, Luciano e altri giganti dell'antichità classica. Secondo le prime stime, le opere conservate nel papiro potrebbero corrispondere a circa il 20% del totale di opere letterarie conosciute dell'antichità classica, dando il via a quello che è già stato definito come "un secondo rinascimento".
Secondo Christopher Pelling, professore di greco all'Università di Oxford, si tratta di testi sui quali gli studiosi hanno avanzato ipotesi da secoli. Per il momento è stato possibile ricostruire un brano di 30 versi del poeta greco Archiloco (di cui si conoscono soltanto 500 versi in totale), parte di una tragedia sconosciuta di Sofocle, Gli Epigonoi, parte di un'opera di Luciano, un poema epico di Partenio, opere di Esiodo e materiale sconosciuto di Euripide.
La tecnica con cui è stato analizzato il papiro di Ossirinco è chiamata immagine multispettrale ed è stata applicata ai frammenti da ricercatori della Brigham Young University dello Utah: grazie a essa è possibile individuare nello spettro dell'infrarosso i segni di inchiostro ormai sbiaditi e cancellati dal tempo e invisibili perciò a occhio nudo.
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